Durante la visita del Presidente Biden in Asia, siamo pronti a qualsiasi evenienza, compresa una provocazione del genere mentre siamo in Corea del Sud o in Giappone”.
A fare questa affermazione è stato Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, alla vigilia della partenza del presidente degli Stati Uniti per un tanto atteso tour diplomatico in alcuni paesi asiatici.
Seoul e Washington avevano già espresso nei giorni scorsi, le loro preoccupazioni, riguardo al fatto che, il lancio di un missile balistico intercontinentale (ICBM) nordcoreano, sarebbe “imminente”, e ciò potrebbe accadere durante la visita di Biden in Corea del Sud venerdì prossimo.
Il vicedirettore dell’Ufficio di sicurezza nazionale sudcoreano, Kim Tae-hyo, ha dichiarato oggi in conferenza stampa, che “i preparativi che sta effettundo la Nord Corea, per il lancio di un missile balistico intercontinentale, mostrano che potrebbe essere fatto ‘esplodere’ molto presto”.
Anche la stazione televisiva statunitense CNN ha avanzato l’ipotesi, citando un funzionario statunitense, che la Corea del Nord sembra prepararsi a lanciare il missile “nelle prossime 48-96 ore”, in coincidenza con una visita di cinque giorni, del presidente Biden.
Il Presidente si recherà a Seoul venerdì e in Giappone domenica. Secondo Kim Tae-hyo esiste anche un “piano B” nel caso in cui il regime nordcoreano lanci il missile o “proceda a un’altra provocazione, piccola o grande che sia”, con una risposta congiunta già preparata dalle Forze armate di entrambi gli alleati.
La Corea del Nord, rimasta chiusa al mondo esterno dall’inizio della pandemia, e che ha persino rifiutato l‘aiuto di Seoul, dopo che la scorsa settimana è apparso sul territorio il primo caso di covid-19, ha ignorato tutti gli appelli della Corea del Sud e degli Stati Uniti per riprendere il dialogo, interrotto dal 2019.
L’anno scorso il regime ha approvato un piano di ammodernamento delle armi, che spiega il numero record di lanci di missili da parte dell’esercito nordcoreano – 16 nelle 21 settimane del 2022 finora – nonché il primo test nucleare effettuato dal 2017 dal regime di Pyongyang presso il sito di test di Punggye-ri.
Quindi la situazione, come accade ormai purtroppo da decenni, rimane sempre molto tesa. Noostante tutti gli sforzi diplomatici, la crisi alimentare, e ora il Covid, che stanno martoriando la Corea del Nord, il suo dittatore pensa sempre che, spendere i soldi in armamenti, sia l‘unico deterrente che possa tenere lontani la Corea del Nord e il suo alleato storico, gli Stati Uniti, lontano dal Paese.
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