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Profughi e rifugiati, la Svezia ne espellerà 80mila: cosa sta succedendo in Europa?

L’Europa chiude sempre più le sue frontiere a profughi. L’ultima in ordine di tempo è la Svezia che è pronta a espellere fino a 80mila richiedenti asilo la cui domanda è stata respinta. A dirlo alla BBC è il ministro degli Interni svedese, Anders Ygeman: il Paese sta organizzando le espulsioni di 60mila persone, che potrebbero aumentare di altre 20mila unità, tutte arrivate nel Paese nel 2015. La macchina organizzativa sarebbe già in moto, con voli charter pronti a partire dalla Svezia, carichi di migranti. La decisione è arrivata dopo una serie di episodi che hanno scioccato il Paese e che hanno evidenziato le difficoltà d’integrazione, a partire dal tunisino che sputa e picchia le donne in metropolitana.

Il caso del profugo della metro è emblematico della situazione che sta vivendo la Svezia e del caos che vige in tutta Europa. L’uomo, un tunisino a cui è stata negata la richiesta d’asilo ma che era comunque ospitato in un centro svedese, è stato colto dalle telecamere della metro di Stoccolma mentre tentava di scippare una giovane. Il furto è stato sventato da un’altra donna che, accortasi delle manovre, ha gridato: per tutta risposta, l’uomo si è avventato contro di lei, nonostante tenesse per mano i figli piccoli, prima dandole degli schiaffi e poi sputandole addosso.

Le autorità svedesi sono subito intervenute e per lui è scattata l’espulsione immediata verso il Paese in cui era registrato, la Danimarca. Qui però si è creato un inghippo che rischia di far aumentare la tensione: il governo danese, visto il suo comportamento, non lo vuole ma dovrà comunque prenderlo in carica.

Convivenza sempre più difficile
La Svezia è uno degli stati UE che più ha risposto alla crisi dei migranti, accogliendo il numero più alto pro capite dell’Unione. Secondo la BBC 163mila migranti hanno chiesto asilo nel 2015: su 58mila casi già trattati, il 55% è stato accolto. Numeri importanti in un Paese che conta poco più di 10 milioni di abitanti e che, nel 2014 ha accolto 317 persone ogni 100mila abitanti. Le politiche svedesi sono molto attente all’integrazione, ma in questa situazione rischiano di fallire. A far scattare l’allarme non è stato solo il profugo degli sputi. A Molndal, vicino Gothenburg, una ragazza di 22 anni, dipendente di un centro di accoglienza per profughi minori, è stato uccisa a coltellate da un giovane ospite di 15 anni. La Germania deve fare i conti del post Colonia e si moltiplicano episodi simili. Alcune città per esempio hanno vietato l’ingresso in piscina ai rifugiati maschi, dopo che alcune donne avevano denunciato episodi di palpeggiamento. Saranno anche casi limite, ma sono comunque sintomo delle difficoltà d’integrazione.

La Gran Bretagna non vuole neppure i bambini

Se la Svezia si prepara a espellere i migranti, la Gran Bretagna va addirittura oltre. Il governo di David Cameron ha dichiarato di voler accogliere i bambini non accompagnati solo se arrivano direttamente dalla Siria o da altre zone di guerra, respingendo i minori in arrivo da altri Paesi europei. Il ministero degli Interni ha spiegato alla BBC che lavorerà con l’Alto Commissariato ONU per i rifugiati a singoli “casi eccezionali”.

Frontiere chiuse, addio a Schengen?
Il trattato di Schengen è sempre più a rischio. La discussione in Europa sta diventando sempre più calda e sono ormai pochi i Paesi che lo difendono a spada tratta, a partire dall’Italia. Svezia, Germania, Austria, Francia, Danimarca e Gran Bretagna hanno già chiuso le frontiere. Da Bruxelles si tuona contro la Grecia, accusandola di non aver fatto quanto richiesto per controllare i confini via terra e via mare (mentre il mar Egeo restituisce ogni giorno corpi di donne, uomini e bambini) ed evidenziando “serie carenze” nelle procedure di identificazione dei migranti, mentre si chiede all’Italia di fare di più soprattutto per la creazione degli hotspot. L’Unione Europea si sta davvero disgregando davanti all’ondata di migranti. Parrebbe proprio di sì.

Lorena Cacace

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