La madre di Ciro Grillo, il figlio del garante del Movimento Cinquestelle, accusato di stupro, dovrà testimoniare in tribunale in vista del processo.
La donna a quanto pare dormiva nell’appartamento affianco a quello in cui sarebbe avvenuto il presunto stupro e ha dichiarato di non aver sentito nulla. La sua testimonianza sarà ora ascoltata in tribunale.
Parvin Tadjk, moglie di Beppe Grillo e madre di Ciro, il ragazzo accusato di aver stuprato nel 2019 due ragazze nella sua abitazione in Sardegna, dovrà testimoniare al processo.
Infatti la donna a quanto pare dormiva nell’appartamento affianco a quello in cui è avvenuto il terribile crimine. Dichiarando però di non aver sentito nulla.
Questa mattina è arrivata al tribunale di Tempio Pausania in Sardegna, passando per il capannello dei cronisti ma senza rilasciare alcuna dichiarazione.
Insieme alla mamma di Ciro Grillo, sul banco dei testimoni saranno presenti anche l’amica di famiglia Maria Cristina Stasia e la governante, Rosa Marilù Avila Jimenez. Anche loro quella notte alloggiavano nello stesso appartamento di Parvin Tadjk.
Questa mattina era presente in tribunale anche Dario Romano, uno dei difensori della ragazza italonorvegese che ha denunciato di essere stata stuprata da Ciro Grillo la notte del 16 luglio 2019. L’avvocato sostituiva la titolare Silvia Bongiorno.
“Ogni volta è una ferita che brucia. I ricordi della nostra assistita sono vivi”.
Ha affermato l’avvocato Romano ai microfoni dei vari giornalisti presenti fuori al tribunale.
Ha poi aggiunto che in Italia è difficile che i crimini sessuali vengano denunciati proprio perché i processi divengono luoghi in cui il dolore della vittima viene messo a nudo e prolungato all’infinito.
Inoltre ha affermato che il motivo per cui la signora Tadjk è stata chiamata a testimoniare è in realtà futile. Infatti il fatto che non abbia sentito alcun rumore, non vuol dire nulla, secondo l’avvocato.
“Sotto questo profilo è ininfluente perché nessuno ha mai parlato di urla o di grida”.
Sottolinea Dario Romano. In ogni caso si attende il dibattito per vedere cosa emergerà al processo.
L’accusa a carico di Ciro Grillo è quella di aver stuprato due ragazze all’interno della sua abitazione a Porto Cervo nell’estate del 2019. Al crimine avrebbero partecipato anche altri ragazzi, amici di Grillo.
Molte sono state le congetture create sul caso, anche da parte dello stesso Beppe Grillo. Il garante del M5S infatti, circa un anno fa pubblicò un video in cui assolveva il figlio e i suoi amici. Facendo passare l’accusa come una ragazzata; sicuro del fatto che non si trattasse di uno stupro. Soprattutto perché la vittima aveva denunciato 8 giorni dopo l’avvenimento.
Ci si augura che la verità salti fuori al processo. In ogni caso va specificato che lo stupro è un crimine che purtroppo ancora troppe volte viene giustificato o sminuito.
All’interno di un qualsiasi rapporto, a prescindere dal fatto che si tratti di un fidanzato, di un amico o di uno sconosciuto, qualsiasi tipo di “no” che non viene considerato, deve essere classificato come stupro.
E soprattutto non ci devono essere giustificazioni o spiegazioni al comportamento, ma al contrario la legge dovrebbe essere modificata in modo da tutelare maggiormente le vittime. Incentivando così anche a denunciare.
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