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Pokemon Go: i giocatori hanno coperto la distanza tra Terra e Plutone

Sarà anche vero che Pokemon Go è in calo e che tantissimi hanno smesso di giocare, ma rimane il fatto che questo videogame ha davvero tirato fuori di casa milioni e milioni di persone, diventate allenatori e cacciatori di mostriciattoli. Arrivano numeri davvero portentosi su questo fenomeno, il più significativo è quello che afferma che siano 8.7 i miliardi di chilometri coperti dagli allenatori da luglio fino a oggi, la stessa distanza che separa la Terra da Plutone! Oppure, 200.000 viaggi intorno all’equatore che un aereo di linea percorrerebbe in 1000 anni. Inoltre, sono stati catturati 88 miliardi di animaletti, sono circa 533 milioni al giorno.

Intanto, Pokémon GO è in declino? Il videogioco dell’estate ha patito una lieve ma significativa flessione dei propri utenti con un -15 milioni di giocatori attivi nell’ultimo periodo. Cosa sta succedendo al titolo sviluppato da The Pokémon Company e Niantic Labs? Le recenti indagini di Axiom Capital Management mostrano la netta flessione e questo è innegabile, ma allo stesso tempo era più che prevedibile perché man mano saranno sempre più le persone che si sono avvicinate al videogame più per curiosità che per effettivo interesse ad abbandonare. Un calo fisiologico, insomma, che non intaccherà lo zoccolo duro, che poi è la parte più consistente, quella che era appassionata già dai tempi del mitico Game Boy.

Questo gioco rappresenta anche il nuovo trend del divertimento videoludico. Ossia? Invece che starsene spaparanzati sul divano disintegrando ogni qualsivoglia attività fisica, questo titolo ti obbliga a muoverti e a diventare controller di te stesso. Ma non solo: è un invito a esplorare il mondo e le sue meraviglie basandosi sulla realtà aumentata ossia su uno strato supplementare in sovraimpressione. Lo scopo del gioco è lo stesso di quelli che sono usciti ormai da quasi due decenni a questa parte ossia catturare tutti i Pokemon, farli evolvere, combattere nelle palestre e cercare rarità. Tuttavia, è il primo vero caso di videogame di massa che costringe a uscire di casa e darsi una mossa.

L’idea è molto semplice: invece che un mondo virtuale creato ad hoc, Pokemon Go si basa sul nostro pianeta e sulle mappe di Google. In buona sostanza, ci ritroveremo dunque a camminare per le strade, attraversare ponti e fiumi, addentrarci in mare aperto o nelle foreste delle montagne, così come presso monumenti famosi. Tuttavia, appariranno Pokemon che potremo “mirare” con la fotocamera e catturare lanciando una Pokeball con uno swipe sul display. Se stiamo a casa e non camminiamo… ciccia, non si va da nessuna parte e il gioco rimane fermo. Come ricevere le fondamentali sfere per imprigionare i Pokemon? Ci si deve recare presso i Pokestop ossia punti di interesse sparsi ovunque. A cosa corrispondono? Ai P.O.I. delle Google Maps dunque appunto siti di interesse turistico, statue, palazzi, uffici e qualsiasi altra cosa sia segnalata sulle mappe.

Per stimolare ancora di più l’abbandono alla sedentarietà, si dovranno far schiudere uova di Pokemon e per farlo non resterà far altro che metterle in appositi incubatori e camminare. Fisicamente. Servono 2/5/10 km per far dischiudere un uovo. I videogiocatori si erano appassionati da subito a Pokemon Go, tanto da scaricarlo addirittura in anteprima rispetto all’effettiva disponibilità sul nostro mercato avvenuta lo scorso 15 luglio. Che chiedono sempre di più. Ad esempio la possibilità di scambiare i Pokemon doppioni con altri giocatori, con una procedura che sicuramente arriverà e quasi altrettanto certamente comporterà il doversi muovere a passi spediti verso i proprio amici. Ma anche combattimenti tra mostriciattoli in real time e anche qui vis-a-vis non ognuno rintanato a casa propria. Un applauso a Nintendo che ha davvero portato a termine un capolavoro con un certo carattere sociale non indifferente.

Diego Barbera

Diego Barbera è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2018. Si è occupato di tecnologia, sport, cronaca.

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