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Plutone diventa il re del web con quel suo colore inaspettatamente caldo, rossiccio, e quella deliziosa macchia a forma di cuore che l’ha reso subito la mascotte (più ancora di prima) del Sistema Solare. Non è un pianeta ma un pianeta nano? Poco importa, perché quest’estate 2015 ha vinto lui online. Abbiamo raccolto tutte le ultime immagini diffuse dalla NASA e trasmesse dalla sonda New Horizons dopo il flyby dell’orbita. In più, come bonus, ci sono anche tutti i fotomontaggi divertenti e teneri della rete. L’immagine qui sopra è quella ormai diventata iconica di Pluto, ma ce ne sono tante altre, tutte da scoprire.
In questo rettangolo, immagine scattata a 770.000 chilometri di distanza, si possono osservare le montagne di Plutone che sono alte circa 3500 metri e non mostrano crateri di sorta: in generale tutta la superficie del pianeta nano è piuttosto liscia e non deturpata – come si sarebbe pensato – da profondi solchi dovuti a impatti di meteore e comete. Probabilmente la superficie è ancora relativamente giovane, nell’ordine di 100 milioni di anni, molto differente dalla Luna che poteva essere presa ad esempio. A proposito di lune, Carone è altrettanto interessante.
Nella nostra fotogallery c’è spazio anche per l’incontro ravvicinato con Caronte, il gigantesco (in proporzione) satellite principale che è così grosso in relazione a Plutone da rendere la rotazione dei due corpi attorno a un punto tra di loro, come se ruotassero tenendosi la mano e, dunque, rivolgendosi sempre la stessa faccia. Si può intravedere anche Idra, uno degli altri quattro satelliti, che è largo appena una manciata di chilometri e dunque risulta piuttosto pixelloso. Ma come si sono formate le montagne? Mistero.
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Il rimodellamento della superficie non può essere spiegato da forza di marea perché Plutone è il corpo celeste più grosso del complesso e Caronte non è significativamente grande. La superficie del pianeta nano è ricoperta di ghiaccio di acqua oltre che di metano e azoto sempre ghiacciati. Anche Caronte mostra una superficie liscia e dunque giovane, in più si intravede un gigantesco canyon profondo 7-9 chilometri che ne attraversa la porzione destra ripresa dalla sonda. La macchia scura nella zona del polo nord dovrebbe indicare un deposito di materiale più scuro.
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