Dopo un anno flagellato dalla pandemia, i primi dati diffusi da Istat relativi al Pil del 2020, sono leggermente migliori rispetto alle previsioni. Nel corso dell’anno passato, la ricchezza nazionale è scesa dell’8,8%, mentre nel quarto trimestre del 2020 è sceso del 2% rispetto al trimestre precedente e del 6,6% rispetto al quarto trimestre del 2019. Si tratta di un dato che, seppur di pochissimo, supera le attese stimate nella nota di aggiornamento del Def, che aveva previsto una contrazione del Pil al 9%. Anche il Fondo Monetario Internazionale aveva pronosticato per l’Italia un -9,2% nel 2020 e poi un rimbalzo del 3% nel 2021.
Nel quarto trimestre, quando la recrudescenza della pandemia e i nuovi lockdown hanno fatto nuovamente rallentare la ripresa, il Pil ha subito un calo del 2% sul periodo precedente (-6,6% annuo). Anche in questo caso si tratta di un numero di poco migliore rispetto alla caduta del 2,2% che si attendevano in media gli analisti. Se nei prossimi trimetri la variazione fosse pari a zero, la variazione acquisita del 2021 sarebbe pari a +2,3%.
Dopo il robusto recupero del terzo trimestre durante il periodo estivo, nell’ultimo periodo del 2020 è arrivata una nuova contrazione, a causa degli effetti economici delle nuove misure adottate per il contenimento dell’emergenza sanitaria. “Tale risultato determina un ampliamento del calo tendenziale del Pil: da -5,1% del trimestre precedente a -6,6%“, commenta l’Istat.
Se quello delineato è il quadro nazionale, Eurostat stima che nella zona euro il Pil sia calato nel 2020 del 6,8% e nella Ue-27 del 6,4%. Intanto il commissario all’economia Gentiloni spiega su Twitter che oggi dalla Commissione Europea arriverà all’Italia un “nuovo finanziamento di 4,5 mld di euro per il lavoro“, nell’ambito del programma Sure, lanciato dall’Ue per sostenere i programmi nazionali in difesa dell’occupazione, come la cassa integrazione in Italia.
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