Nei pressi di Roma, nel parco denominato dell’Insugherata, è stato trovato un cinghiale, deceduto a causa della Peste Suina Africana.
Questa tipo di malattia, la peste suina, nata nel continente africano, ma ormai endemica in moltissime zone del mondo, colpisce principalmente cinghiali e maiali. Una cosa molto importante, da dire subito, è che questo tipo di virus, è letale per queste due specie animali, ma non si può trasmettere all’uomo.
Gli specialisti della Regione Lazio, riguardo questo tema, hanno subito indetto una riunione con Angelo Ferrari, il Commissario straordinario nazionale alla Peste suina africana. Come primo atto, per monitorare la situazione, domani la Regione notificherà un numero gratuito, in modo che chiunque avvisti altri esemplari di maiali o cinghiali morti, possa subito comunicarlo a chi di dovere.
Ettore Prandini, il presidente della Coldiretti, così si è espresso in merito a tale questione: “Abbiamo più volte evidenziato il rischio della diffusione della peste suina africana, attraverso i cinghiali, e la necessità della loro riduzione numerica. Siamo costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria, perché è mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato”.
Il virus della peste suina africana (ASFV) è l’unico arbovirus a DNA conosciuto. Dalla sua identificazione in Kenya nel 1921, la PSA è iniziata ad essere endemica in Africa. La PSA provoca una malattia devastante ed economicamente significativa dei suini domestici (Sus scrofa domesticus) e selvatici (Sus scrofa ferus).
Non è disponibile alcun vaccino contro la PSA e le attuali misure di controllo consistono in rigorose procedure di quarantena e abbattimento degli animali. Il virus è altamente stabile e si diffonde facilmente da suini infetti, prodotti suini e fomiti contaminati.
È noto che i vettori di zecche che trasportano la peste suina, esistono non solo in Africa, ma anche in alcune parti dell’Europa e delle Americhe. L’instaurazione di infezioni endemiche di PSA nelle popolazioni di cinghiali complica ulteriormente il controllo della PSA.
Tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’80, la PSA è emersa in Europa, Russia e Sud America, ma è stata per lo più eradicata a metà degli anni ’90. Nel 2007, un ceppo ASFV di genotipo II altamente virulento, è emerso nella regione del Caucaso e successivamente si è diffuso nella Federazione Russa e in Europa, dove ha continuato a circolare e diffondersi.
Più di recente, la PSA è emersa in Cina e ora si è diffusa in diversi paesi vicini nel sud-est asiatico. L’elevata morbilità e mortalità associate all’ASFV, la mancanza di un vaccino efficace e la complessa composizione del virione e del genoma dell’ASFV, nonché del suo ciclo di vita, rendono questo patogeno una seria minaccia per l’industria suina globale e le economie nazionali.
La PSA è stata identificata per la prima volta in Europa nel 1957 in Portogallo, e si è rapidamente diffusa in Spagna, Italia, Sardegna (in particolare), Francia, Malta, Belgio e Paesi Bassi.
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