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Salute

Per il Gimbe, nel Def non c’è nessun rilancio della sanità pubblica

La fondazione Gimbe lancia un grido di allarme circa la situazione al collasso della sanità pubblica. Dopo aver visionato il documento di economia e finanza, firmato dalla premier, Giorgia Meloni, il sistema sanitario nazionale rischia il collasso registrando numeri inferiori circa il rapporto tra la spesa sanitaria e il Pil. 

Ospedale-Nanopress.it

A quanto pare il governo non mette a disposizione fondi a sufficienza per la sanità e l’ultimo documento firmato da Giorgia Meloni è la prova tangibile di ciò.

Il report della fondazione Gimbe

La fondazione Gimbe, guidata da Nino Cartabellotta, ha stilato un report, dove ha messo nero su bianco la propria analisi circa l’ultimo documento di economia e finanza firmato dalla premier Giorgia Meloni, in merito al delicato tema della sanità pubblica. 

In prima battuta si è potuto constatare che il rapporto tra la spesa sanitaria e il prodotto interno lordo è inferiore su numeri che si registravano prima dell’emergenza Covid. Una situazione che desta non poche preoccupazioni e che la fondazione Gimbe ha lanciato un vero e proprio grido di allarme, perché se si continua in questa direzione il sistema sanitario nazionale rischia il collasso.

“il Def certifica l’assenza di un cambio di rotta post pandemia ignorando il pessimo stato di salute del Servizio sanitario nazionale”.

Queste le parole dichiarate da Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe.

L’analisi di Nino Cartabellotta

Il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha espresso la propria opinione in merito all’ultimo documento di economia e finanza firmato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. 

Nino Cartabellotta-Nanopress.it

Purtroppo, per la sanità, il governo non stanzia abbastanza soldi e se si continua verso questo senso di marcia, il sistema sanitario nazionale rischia il collasso. Dall’analisi dell’ultimo documento emerge che per il 2022 la spesa sanitaria è stata di poco più di 131 milioni, cioè quasi 3 milioni in meno di quanto era stato in un primo momento previsto.

Se si prosegue verso questa linea d’onda, secondo Cartabellotta, i principi di universalità, uguaglianza ed equità saranno minati da criticità, mettendo in serio pericolo il diritto per la tutela della salute.

Inoltre, nel report della fondazione Gimbe, si mette in evidenzia il fatto che molte persone, onde evitare liste di attesa infinite, predilige il sistema medico privato piuttosto che pubblico; invece, coloro i quali, non hanno le disponibilità economiche necessarie, è costretto a dover rinunciare alle cure.

Una vera e propria situazione di emergenza, senza contare le differenze che vi sono a livello regionale. Gimbe, nel suo report, ha cercato di analizzare delle presunte previsioni sia per l’anno in corso che per il triennio 2024-2026:

“Il risibile aumento medio della spesa sanitaria dello 0,6% nel triennio 2024-2026 non coprirà nemmeno l’aumento dei prezzi, sia per l’erosione dovuta all’inflazione, sia perché l’indice dei prezzi del settore sanitario è superiore all’indice generale di quelli al consumo”.

Vanessa Amico

Siciliana doc, classe 1990, amante di esplorare posti nuovi, curiosa di tutto ciò che mi circonda, ho fatto di questo difetto (forse) il mio più grande pregio: amo scrivere, adoro raccontare. Laureata in scienze della comunicazione, a breve conseguirò l’iscrizione all’albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2022 sono entrata nella redazione di NanoPress

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