Valeria Lembo, 33 anni, è morta nel 2011 a Palermo per una overdose di chemio. Dopo cinque anni arriva la sentenza del giudice Claudia Rosini che condanna i medici e gli infermieri del reparto oncologico del Policlinico di Palermo. La donna è morta “per avvelenamento” a causa di una dose del farmaco chemioterapico “dieci volte superiore a quella dovuta” (90 milligrammi invece di 9). Il giudice lo ha definito un “Un assassinio, la più grave colpa medica mai commessa”.
Valeria Lembo è morta 22 giorni dopo la somministrazione del farmaco chemioterapico vinblastina utilizzato per curare il morbo di Hodgkin. La donna avrebbe potuto salvarsi se solo i medici avessero effettuato un ricambio completo del sangue come emerso dalla sentenza, invece hanno preferito nascondere l’errore. Il medico specializzando Alberto Bongiovanni (condannato a 6 anni e 6 mesi), che scriveva sotto dettatura, cancellò lo zero in più dalla cartella clinica piuttosto che correre ai ripari e a Valeria fu diagnosticata una gastrite post chemio.
Oltre ad Alberto Bongiovanni sono stati condannati anche: l’oncologa Laura Di Noto a sette anni per omicidio colposo e falso e il primario Sergio Palmeri che secondo il giudice era circondato da “fidati vassalli” mentre l’organizzazione del reparto era “affidata al caso”. Sergio Palmeri dovrà scontare quattro anni e sei mesi. La paziente si era resa conto di tutto e alla zia, prima di morire aveva raccontato: “Mi stanno sbagliando la chemio, me ne sono accorta”.
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