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Olio extravergine italiano, diversi marchi considerati cancerogeni in Germania: ecco quali

Secondo il settimanale tedesco Öko-Test, che si occupa dei diritti dei consumatori, l’olio extravergine italiano, venduto in Germania, sarebbe potenzialmente cancerogeni. Ecco quali sono i marchi sotto analisi. 

Olio extravergine d’oliva – Nanopress.it

Diversi marchi italiani, produttori di olio extravergine d’oliva, sono stati posti sotto la lente di ingrandimento da Öko-Test, un settimanale tedesco che tutela i diritti dei consumatori. Analizzando diversi prodotti di origine italiana, gli esperti hanno concluso che alcuni oli extravergini italiani sarebbero “potenzialmente cancerogeni“.

Olio extravergine italiano: diversi brand “cancerogeni” per Öko-Test

L’olio di oliva etichettato come “extra vergine” deve essere perfetto all’olfatto e al gusto. Molti prodotti sul mercato, però, non rispettano questi requisiti. Dopo aver testato 19 oli d’oliva della massima qualità, gli esperti di Öko-test sono giunti a una conclusione che fa riflettere e che lascia alquanto basiti: diversi oli extravergini italiani sarebbero  “potenzialmente cancerogeni“.

Nella lista degli oli che il settimanale tedesco banna totalmente, troviamo, infatti, prodotti realizzati nel nostro paese, nei quali – a detta del settimanale – sarebbe stata accertata una contaminazione da oli minerali, nonché la presenza di tracce di plastificanti o di pesticidi.

Solo un olio d’oliva ottiene il punteggio “molto buono” nel test, ossia Crete Olive Oil Extra Virgin di Rapunzel. In totale, sono 16 i prodotti che non superano il test di qualità effettuato dal settimanale. Tre degli oli d’oliva testati sono tutt’altro che soddisfacenti, uno ha persino un sapore “rancido” e secondo ÖKO-TEST non dovrebbe essere pubblicizzato come “extra vergine”. Due dei tre di questi oli sono prodotti biologici.

Il laboratorio – che si è occupato delle analisi – ha trovato componenti di olio minerale, inclusi i MOAH (idrocarburi di oli minerali aromatici). Secondo l’Istituto federale per la valutazione dei rischi (BfR), questi non dovrebbero essere presenti negli alimenti, anche se in quantità non preoccupanti e tollerate dalla legge.

Le marche italiane analizzate dal settimanale tedesco

Nell’analisi condotta, non ci sono solo brand italiani che produrrebbero olio extravergine d’oliva contaminato da diverse sostanze, seppur in quantità minime. Nel dettaglio, però, vediamo che compaiono marchi molto noti in Italia.

Nello specifico, il settimanale parla dell’olio extravergine realizzato con olive dell’UE da De Cecco, nel quale il laboratorio ha trovato un notevole aumento dei componenti dell’olio minerale, nonché tracce di idrocarburi policiclici aromatici e un pesticida, anche se non specificato di quale si tratta.

Proseguiamo, poi, con l’olio extravergine di Filippo Berio, che viene classificato come il peggiore a causa della notevole presenza di oli minerali, due pesticidi, compresa la deltametrina. C’è anche Dennree e il Casolare Bio Natives, prodotti con olive italiane, che fa capo al marchio Farchioni: in essi, sarebbe stata riscontrata una notevole presenza di idrocarburi e plastificanti.

Sotto la lente di ingrandimento, finisce anche il Primadonna, commercializzato dalla catena LIDL, che conterrebbe componenti di oli minierali e che, per questo, considerato “inadeguato“.

Daniela Caruso

Laureata in Culture Digitali e della Comunicazione e in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica, da diversi anni lavoro nel mondo digitale. Appassionata di disegno, canto, viaggi e di prodotti di bellezza.

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