Tra un simposio internazionale e un altro, tra un decreto rave e la scelta di non far sbarcare i migranti delle navi delle Ong (e poi l’inversione a U su questo), il governo di Giorgia Meloni si appresta oggi a mettere mano, ancora una volta, sul caro energia. In Consiglio dei ministri, oggi, arriverà il decreto Aiuti quater, e il compito sarà quello di piazzare altri 9,1 miliardi di euro per proseguire sulla scia di ciò che già fatto da Mario Draghi.
Tipo prorogare il taglio delle accise sui carburanti di 30,5 centesimi fino a fine anno, contributi straordinari per compensare almeno in parte l’aumento delle bollette. Nell’esecutivo, però, si pensa anche alla legge finanziaria, e quindi a tutte quelle misure di bandiera che, dalla Lega soprattutto, si erano promesse agli italiani durante la campagna elettorale, una su tutti la flat tax. Ma non solo.
I primi tre decreti per aiutare imprese e famiglie colpite dalla crisi energetica, quindi dall’aumento dei costi delle bollette, sono stati licenziati con successo dal governo di Mario Draghi, anche dopo che, di fatto, non ha avuto la fiducia del Parlamento, o per lo meno non ce l’ha avuto come voleva lui. Ora la palla è passata al primo esecutivo guidato da una donna, Giorgia Meloni, e la linea tracciata dall’ex presidente della Banca centrale europea rimane la stessa che seguirà anche la leader di Fratelli d’Italia che pure era una tra le poche forze all’opposizione dell’ex premier.
Strano, vero? Oppure no, perché non tutti gli italiani possono sostenere il caro energia, e quindi li si deve dare una mano come si può. Oggi, in Consiglio dei ministri, arriverà a tal proposito il decreto Aiuti quater da 9,1 miliardi di euro in cui si prorogheranno, fino a fine dicembre, una serie di misure, come già detto, avviate dal governo precedente, ma ci sarà spazio anche per pensare al 2023. Una volta approvato, inizierà il suo percorso di conversione in legge – altrimenti perde gli effetti – al Senato.
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