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Nymphomaniac – volume 1, la recensione: più sarcasmo che erotismo

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Annunciato da oltre un anno attraverso una massiccia strategia di marketing, arriva finalmente al cinema Nymphomaniac, il discusso film del regista danese Lars Von Trier. Vista l’eccessiva lunghezza della pellicola (5 ore e mezza la versione integrale, 4 quella sottoposta a tagli e modifiche), Nymphomaniac verrà distribuito nelle nostre sale diviso in due parti, entrambe della durata di circa un paio d’ore: il volume 1 dal 3 aprile 2014 e il volume 2 dal 24 aprile. La versione scelta per il mercato italiano è quella di 4 ore, autorizzata e approvata dallo stesso Von Trier.
La storia è nota: il vecchio scapolo Seligman (Stellan Skarsgard) soccorre una donna di circa 50 anni, Joe (Charlotte Gainsbourg), trovata in un vicolo ferita e in stato semi-confusionale. Seligman la porta a casa sua, la cura e le chiede di raccontargli la sua storia. Joe non si tira indietro, narrandogli con dovizia di particolari la sua vita di ‘ninfomane’, fin dall’infanzia. Il racconto è suddiviso in otto capitoli e il volume 1 contiene i primi cinque.

In Nymphomaniac ritroviamo il Von Trier che avevamo lasciato nei primi due capitoli della trilogia della depressione, Antichrist e Melancholia. Questa volta però il controverso cineasta danese, alla solita summa di disagio, violenza, misoginia e (tanto, ma alla fine neanche troppo) sesso, ci aggiunge anche una buona dose di sarcasmo e persino un pizzico di tenerezza, quasi a voler alleggerire il peso di una storia altrimenti piuttosto laboriosa.

Il sarcasmo lo riscontriamo soprattutto nel terzo capitolo, intitolato ‘La Signora H‘, dove una magistrale Uma Thurman, forse al livello massimo della sua carriera, regala un indimenticabile ritratto di moglie e madre ‘cornificata’ vomitando sul marito e su Joe, in presenza dei suoi tre attoniti bambini e di un altro amante di Joe visibilmente a disagio, tutto il suo disprezzo, accompagnando la scenata con trovate irresistibilmente farsesche. Insomma, un Von Trier travestito da Woody Allen o dal Roman Polanski di Carnage.

La tenerezza è invece nel quarto capitolo, ‘Delirio‘, girato in un malinconico bianco e nero, nel quale Joe assiste impotente alla malattia terminale del suo affettuoso papà (un efficace Christian Slater), ricordando con lui i bei momenti quando da piccola gli insegnava i segreti degli alberi. Immagini che colpiranno al cuore tutti coloro che hanno avuto la sventura di vivere sulla propria pelle una tale drammatica esperienza.

Per il resto Nymphomaniac – volume 1 si basa sul lungo (e a tratti estenuante) dialogo fra la convalescente Joe e il suo saggio interlocutore, che tra riferimenti filosofici, psicologia e citazioni musicali (Bach su tutti), cerca di dare una spiegazione razionale alle scabrose avventure erotiche della donna, che fin dal primo momento non esita a definirsi un ‘pessimo e riprorevole essere umano‘ totalmente devoto alla ricerca del piacere sessuale. Joe però non ha rimpianti, spiegando all’attento Seligman di aver sempre preferito l’erotismo all’amore, perché il primo non comporta coinvolgimenti di sorta. ‘Il sesso non ti fa soffrire, a differenza dell’amore‘, conclude convinta. Con un’unica e sola eccezione, quella di Jerome (Shia LaBeouf): il primo ad aver avuto il suo corpo e l’unico, forse, ad aver conquistato il suo cuore. Nel volume 1 i due si perdono e si rincontrano più volte, vivendo il loro rapporto con alterne fortune.

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Ora vi starete chiedendo che fine hanno fatto le reclamizzatissime scene di sesso di Nymphomaniac e perché fino a questo momento non ne abbia ancora parlato. Probabilmente perché non vanno considerate il fulcro del film, ma un semplice complemento (quasi un omaggio che Von Trier sembra concedere al pubblico più pruriginoso). Ma soprattutto perché la giovane attrice Stacy Martin, che interpreta la giovane Joe e tiene quasi del tutto lei la scena in questa prima parte del film, nonostante appaia quasi sempre nuda e intenta a fare sesso, riesce a conservare una grazia fanciullesca da annullare quasi del tutto l’effetto erotico delle sue ‘performance’. Se da Nymphomaniac cercavate soltanto pornografia, siete pregati di rivolgervi altrove.

Raffaele Dambra

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