Anziano e malato di cuore. Per questi motivi il tribunale in Nepal ha scarcerato il serial killer francese condannato all’ergastolo per la morte di turisti occidentali.
La sua storia ha ispirato una serie televisiva. Ignoto il numero esatto di tutti gli omicidi commessi.
Un tribunale in Nepal ha disposto la scarcerazione di Charles Sobhraj, il serial killer francese e truffatore che ha ispirato la miniserie televisiva “The Serpent”, andata in onda su una famosa piattaforma di streaming nel 2021 in collaborazione con la BBC e nominata per un Golden Globe.
La decisione, secondo il portavoce del tribunale, è stata dettata dall’età dell’uomo così come dalle sue precarie condizioni di salute. L’uomo – ha fatto sapere la Corte – è malato e ha bisogno di un intervento chirurgico a cuore aperto. “Tenerlo in prigione non è in linea con i diritti umani del prigioniero”, si legge nel verdetto. Entro 15 giorni dovrà fare ritorno in Francia.
Sobhraj, nato 78 anni fa a Saigon nel Vietnam (all’epoca amministrata dai francesi), era stato condannato all’ergastolo e stava scontando la pena dal 2003 in un carcere del sobborgo nepalese della capitale Kathmandu. Era stato infatti ritenuto responsabile dell’uccisione di due turisti nordamericani. Il sospetto è inoltre che avesse fatto anche altre vittime ma i casi sono tutt’oggi rimasti irrisolti. Le tracce lo hanno legato a oltre 20 omicidi.
La prima volta che finì in carcere era nel 1963 a Parigi per furto. Dopodiché iniziò a viaggiare per il mondo intorno agli anni ’70.Fu poco dopo accusato di aver commesso dei crimini anche in svariati Paesi quali: Francia, Turchia, Grecia, Iran, India, Nepal, Malesia, Thailandia, Pakistan e Afghanistan. Riuscì a fuggire dalla prigione di molti Stati. Proprio la capacità e la propensione all’evasione e al non essere scoperto gli fece guadagnare il soprannome de “il serpente”.
L’omicida seriale ha poi ammesso gli assassinii di almeno 12 persone nel periodo di quattro anni dal 1972 al 1976. In alcune intervista accennò poi anche a altre morti, salvo poi ritrattare le confessioni fatte, quando iniziarono ulteriori processi a suo carico. Il reale numero di omicidi commessi rimane ancora ora sconosciuto.
Il modus operandi prevedeva di fare amicizia con le vittime e a tratti anche ammaliarle. Poi drogare, rapinare e infine uccidere quelli che erano turisti occidentali in viaggio in Asia meridionale con zaini in spalla e in cerca della spiritualità, sul sentiero degli hippie durante gli anni ’70. Era conosciuto anche come il killer dei bikini per via dell’abbigliamento di molte delle sue vittime. Il primo omicidio fu proprio quello nel 1975 di una giovane donna degli Usa che indossava questo costume.
Le vittime venivano inoltre uccise in modi particolarmente violenti che comprendevano strangolamenti e anche dati alle fiamme. Più di una volta usò i passaporti degli uomini uccisi per viaggiare e spostarsi. Ne rubava infatti l’identità per non essere preso dalle autorità.
Nel 1976 fu arrestato in India dopo la morte di una turista francese avvelenata in un albergo di Delhi. Fu condannato a scontare 12 anni. Nel 1997 tornò in Francia dove guadagnò molti soldi da foto e interviste concesse. Poi tornò di nuovo in Nepal, fu condannato prima di essere infine liberato. Nel complesso è stato detenuto per 21 anni.
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