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Nato vs Cina: Borrell sostiene la strategia “dottrina Sinatra”

Il vertice di Madrid, descritto come una tappa storica per la Nato, ha accelerato i preparativi per affrontare una rivalità con il colosso asiatico, la Cina, che rappresenta la più grande sfida del 21° secolo.

Josep Borrell – NanoPress.it

Il vertice di Madrid di questa settimana ha lasciato diverse pietre miliari storiche nella storia della NATO, inclusa la classificazione della Russia come minaccia diretta e il via libera per l’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato. Ma è stato anche il primo passo significativo per la NATO per unirsi alla lotta per la supremazia mondiale che gli Stati Uniti mantengono con la Cina.

Nato: Borrell vuole cooperare con la Cina su questioni di interesse globale

La svolta verso il Pacifico pone la NATO, e a sua volta l’Europa, in una posizione di crescente rivalità con il colosso asiatico, una prospettiva preoccupante per Bruxelles e Berlino, in quanto maggiori partner commerciali dell’Unione Europea e della Germania, ma accettata come inevitabile. L’irrigidimento della posizione della Nato nei confronti di Pechino trascina quasi inevitabilmente l’Ue, perché 21 —presto 23, con il previsto allargamento nordico— dei 27 partner comunitari appartengono all’Alleanza.

Gli alleati europei avevano resistito per mesi al desiderio di Washington di affrontare lo scenario geostrategico all’orizzonte della metà del 21° secolo come un duello bipolare, ma alla fine hanno accettato di indicare Pechino come “una sfida ai nostri interessi, sicurezza e valori”, secondo il Concetto Strategico dell’Alleanza approvato nella capitale spagnola. Le fonti consultate indicano che Stati Uniti e Regno Unito hanno anche difeso un linguaggio più energico contro la Cina, ma alla fine è stato scelto un compromesso che avrebbe soddisfatto anche gli alleati dell’Ue.

Lizza Bomassi, vicedirettrice del think tank Carnegie Europe, ritiene che “il termine ‘sfida’ sia la definizione corretta per le sfumature con cui la Nato deve affrontare i suoi rapporti con la Cina”. L’analista ritiene che l’Alleanza “non possa permettersi di essere ingenua riguardo alle sue relazioni con la Cina, ma deve anche essere realistica perché ci sono questioni globali che semplicemente non possono essere affrontate senza stabilire una partnership con i cinesi; il cambiamento climatico è l’esempio più ovvio”.

La Commissione europea presieduta dalla tedesca Ursula von der Leyen ha cercato sin dalla sua inaugurazione a fine 2019 di mantenere un proprio rapporto con Pechino, senza lasciarsi trascinare nel polso geostrategico tra Usa e Cina. Il capo della diplomazia comunitaria, Josep Borrell, ha sostenuto una strategia soprannominata “dottrina Sinatra”, alludendo alla famosa canzone “My Way” del cantante americano.

L’alleanza di Putin con Xi Jinping ha indebolito la posizione europea

Questa dottrina di un proprio percorso per l’UE si baserebbe, come ha precisato Borrell, sulla cooperazione con la Cina su questioni di interesse globale (dal cambiamento climatico ai conflitti in Africa o alla lotta al covid-19) e, allo stesso il tempo, il tempo, una difesa chiusa della sovranità strategica europea (con tutela dei principali settori economici e tecnologici) e dei suoi valori e interessi.

Il presidente russo Vladimir Putin – Nanopress.it

Ma la guerra della Russia contro l’Ucraina ha alterato la scena globale, con la Cina chiaramente schierata con Mosca, se non in modo bellicoso. L’alleanza del presidente russo, Vladimir Putin, e del cinese, Xi Jinping, suggellata pochi giorni prima dell’invasione del territorio ucraino, ha indebolito la posizione europea a favore del mantenimento di un’intesa più o meno cordiale con Pechino.

E nel mentre ha rafforzato quelle favorevoli ad una risposta alle sfide cinesi, come nel caso degli Stati Uniti, Washington vuole una posizione ferma per dissuadere Pechino, tra l’altro, dalla tentazione di ripetere a Taiwan l’annessione unilaterale di un territorio commesso dalla Russia in Ucraina.

“Il cambio di atteggiamento nei confronti della Cina è stato un passo inevitabile”, afferma l’eurodeputata socialista Inmaculada Rodríguez-Piñero, membro della commissione per il commercio internazionale del Parlamento europeo e uno dei promotori degli strumenti di difesa commerciale che l’UE sta adottando, in gran parte come protezione contro la Cina.

Rodríguez-Piñero ricorda che l’Ue ha chiesto fino alla nausea a Pechino, l’ultima volta al vertice bilaterale dello scorso aprile, di mediare con Mosca per porre fine alla guerra in Ucraina o, almeno, per aprire corridoi umanitari di evacuazione. “Ed è stato impossibile convincerli, la Cina ha mantenuto una posizione che descrivono come neutrale ma che è chiaramente a sostegno della Russia e lascia che Putin faccia ciò che considera”.

Paolo Battisti

Giornalista Pubblicista dal 2013. Amo la storia e mi occupo di politica estera

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