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Categories: Economia

Multe per parcheggio a pagamento: per protesta le paga in monetine

Una protesta davvero singolare quella messa in atto da Stephen Coyle uno studente universitario della Charlotte North Carolina. Due multe per parcheggio a pagamento da 110 dollari (100 euro) pagate in monetine, ben 11 mila, da un pennie. Tre secchi colmi di pennies e quasi 4 ore per contarli e verificare che l’importo fosse quello giusto. La simpatica trovata del ventiseienne americano è arrivata a monte di una contestazione che non contemplava però il disdegno nei confronti delle multe prese, bensì per il modo che, secondo lui, l’istituto UNCC impiega i soldi raccolti: l’80% dei fondi accumulati con le rette del campus, comprese le eventuali multe, viene utilizzato per finanziare scuole pubbliche della zona, piuttosto che la stessa l’università.

Stephen Coyle (ritratto nella foto) aveva preso la prima multa lo scorso 27 maggio per non aver esibito sull’auto il tagliandino del parcheggio a pagamento, 80 dollari. La seconda lo scorso 16 giugno per non aver registrato l’auto che aveva parcheggiato, 30 dollari. Da qui l’idea di pagare le due contravvenzioni con questa forma di protesta sfociata poi con la creazione di una pagina fan su Facebook chiamata “Let them count” tradotto… lasciate che contano. Sfruttando la popolarità del suo beffardo gesto Stephen ha attivato tramite la pagina fan una vera e propria raccolta fondi con l’intento di acquistare libri di testo universitari e nuove attrezzature per la sua classe.

C’è anche una t-shirt creata ad hoc con l’hashtag #LetThemCount e la scritta “make a change”, facciamo un cambiamento. Il ricavato, per sostenere gli studenti della UNCC. I commenti che giungono un po’ da ogni parte del mondo non sono molto propositivi nei confronti dell’iniziativa dello studente. Fondamentalmente, ci si chiede perché dei soldi di due multe, conseguenza di due errori, non debbano essere utilizzati come l’istituto universitario meglio crede. Quei soldi non sono delle rette. Una multa non è una tassa.
Uno dei commenti recita “Non riesco a capire a cosa sia servita questa protesta. I soldi delle multe non vanno all’università ma al fondo pubblico della scuola. Tutto quello che ha fatto è stato far perdere tempo agli impiegati che non avevano niente a che fare con l’imposizione della multa. È stato lui ad aver sbagliato e ad aver meritato la multa“.
La popolarità Stephen l’avrà anche ottenuta ma non sembra ci sia molto incoraggiamento nei suoi confronti.

Riccardo Mantica

Nell’editoria online dal 2001 quando scrivere per il web era una chimera. Pubblicista dal 2005, blogger per caso nel 2010, ha vissuto l’avvento del web 2.0 e dei social network condividendone gioie e dolori. Le passioni coltivate negli anni per sport, motori e tecnologia sfociano oggi anche nel panorama della mobilità sostenibile. Il motto preferito? Guardare sempre avanti senza dimenticare il passato. Stay tuned!

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