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Moglie gelosa dell’amante del marito: quando il triangolo amoroso finisce in tragedia

Talvolta può capitare che dopo 18 anni di matrimonio nella coppia si insinui una terza persona. E a volte il triangolo può nascere per volontà di entrambi. All’inizio il gioco sotto le lenzuola può essere divertente ma poi a un certo punto il triangolo diventa sempre scomodo e in qualche modo qualcuno deve pur uscirne. E’ quello che è successo alla 43enne Ann Marie Anastasi: dopo i primi mesi di triangolo si è accorta che l’attrazione del marito per la giovane Jacqueline Riggs, 25 anni, era andata fuori controllo. La gelosia, esplosa ai massimi livelli, ha trasformato un malizioso gioco d’amore in uno scenario di sangue.

Ann Marie e Anthony avevano cinque figli e vivevano in una casa affittata a Lothian, nel Maryland. La coppia aveva goduto per qualche mese di una nuova primavera sessuale grazie all’arrivo di Jacqueline, ma tutto è cambiato quando Anthony ha invitato la giovane a vivere nella loro casa nell’estate 2015. Nel giro di poche settimane il triangolo ha iniziato a scricchiolare: Ann scoprì un giorno che il marito si appartava in segreto nel seminterrato con Jacqueline per consumare rapporti clandestini e col cuore in frantumi capì che il suo matrimonio era finito.

Il triangolo amoroso finito nel sangue

Un giorno poi, era il 5 ottobre 2015, Ann Marie chiamò il 911, per denunciare il suicidio di suo marito: aveva dichiarato di aver trovato il corpo dell’uomo senza vita al rientro dalla spesa. Quando gli agenti di Polizia raggiunsero la casa di Ann, trovarono Anthony esanime nella camera da letto principale della coppia, con una ferita da arma fuoco sulla testa. Accanto a lui, una pistola. Subito dopo i poliziotti ispezionando il resto della casa trovarono nel seminterrato Jacqueline brutalmente uccisa da 42 coltellate.

La difesa di Ann Marie

Gli agenti si resero però subito conto che qualcosa non andava: quando Ann Marie fu interrogata presso il comando di Polizia, dichiarò che Anthony era un uomo violento e che forse aveva deciso di pugnalare la sua amante, prima di togliersi la vita. La Polizia però continuava a essere convinta che quello del marito fosse un omicidio. E alcuni dettagli avvalorarono questa tesi: la pistola accanto al corpo di Anthony non corrispondeva a quella utilizzata per uccidere l’uomo, inoltre le analisi evidenziarono che Ann Marie aveva addosso residui di polvere da sparo. Gli investigatori però, avevano bisogno di ulteriori prove.

I messaggi che incastrano Ann Marie

E così, proseguendo nelle indagini, sono emersi dettagli inquietanti da alcuni messaggi tra Ann Marie, la figlia adolescente e il fidanzato della figlia, di 18 anni, Gabriel Struss: parlavano di una pistola e dell’assassinio di due individui. La Polizia ha iniziato dunque a vedere la luce in fondo al tunnel: è stato tutto un piano orchestrato da una moglie gelosa. La donna avrebbe convinto Gabriel con l’aiuto della figlia, a uccidere Anthony. Il giovane fu un mero esecutore, ma dietro il suo gesto c’erano gli ordini di una mente assassina.

La condanna di Gabriel

Nel giugno 2016, Gabriel si è dichiarato colpevole per i due omicidi ed è stato condannato a 60 anni di carcere: è stato descritto come ‘soggetto fragile’, allevato per strada fino a sette anni e curato per la depressione.

La svolta e la condanna di Ann Marie

Pochi mesi dopo, la situazione si è ribaltata completamente: le dichiarazioni della figlia rese alla Polizia vennero ritenute ‘incoerenti e fuorvianti’. L’accusa ha dichiarato: ‘Ann Marie Anastasi ha distrutto più vite pianificando freddamente questi omicidi e manipolando la figlia e il suo ragazzo, affinché il suo piano si compisse’.

Nonostante la difesa provò a sostenere che Ann Marie vivesse in una relazione violenta, fatta di pugni e minacce, il fatto che gli omicidi fossero premeditati e pianificati, divenne chiaro e inequivocabile. Ann Marie, di fatto, non aveva mai mostrato alcun rimorso dopo essere stata arrestata. Alla fine del processo, Ann Marie è stata condannata per due omicidi di primo grado a 60 anni di carcere. Sua figlia è attualmente in un centro di detenzione per minori.

Beatrice Elerdini

Beatrice Elerdini è stata una collaboratrice di Nanopress dal 2014 al 2019, occupandosi di cronaca e attualità. Degli stessi argomenti ha scritto su Pourfemme dal 2018 al 2019.

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