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Categories: Cronaca

Milano: sparatoria a Chinatown, un morto e un ferito. Preso il presunto colpevole

Nella notte di venerdì 27 febbraio 2015 il silenzio su Milano è stato interrotto da una sparatoria avvenuta nel quartiere Chinatown. La sparatoria è avvenuta all’esterno di un locale karaoke, dopo la mezzanotte. Due cinesi sono stati feriti da colpi di arma da fuoco in via Signorelli. Uno dei due, un 36enne con piccoli precedenti penali, è morto poco dopo all’ospedale San Carlo, dove era ricoverato. L’altro, un quarantenne, è stato portato all’ospedale Niguarda in condizioni gravissime.

Non si conosce il motivo che ha portato i ragazzi prima a scatenare una rissa e poi a spararsi. Ci sarebbe stato un momento di confusione e, secondo quanto raccontano i testimoni, sarebbero poi comparse le pistole. Il nucleo investigativo dei Carabinieri di via Moscova è giunto sul luogo è ha interrogato i presenti, mentre si cercano alcuni ragazzi che risultano in fuga. Sono stati trovati bossoli a terra. Sembrerebbe, secondo le prime rilevazioni, un caso di regolamento di conti tra band del quartiere.

Domenica 1 marzo mattina, poi, i militari del nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Milano hanno localizzato e fermato il presunto assassino di ‘Chinatown’, un uomo di nazionalità cinese. La fuga è terminata a Prato, dove l’omicida stava cercando invano di nascondersi. Il 23enne Hu Yongxiao, detto Wenje, era già finito in carcere nel 2011 nell’ambito dell’operazione ‘China Blu’, per reati collegati a un giro di estorsioni all’interno della comunità cinese ed era uscito il 22 agosto 2013. Aveva anche precedenti per armi, stupefacenti, resistenza e aveva fatto parte di alcune bande giovanili.

La lite tra Wenje e la vittima, che faceva parte di un gruppo rivale, sarebbe iniziata all’interno del locale per poi proseguire all’esterno. La gang di cui faceva parte l’assassino e quella della vittima da tempo si contendono il controllo del territorio a Chinatown, nel tentativo di gestire in esclusiva il giro di estorsione, la prostituzione, il traffico di armi e lo spaccio di droghe, prevalentemente sintetiche, come lo shaboo. Le bande, fanno notare gli investigatori, si aggregano e si disgregano molto rapidamente

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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