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Cronaca

Migranti, 9 anni fa il naufragio di Lampedusa: il ricordo dei sopravvissuti

Un naufragio che ha segnato la storia d’Italia e, in particolare di Lampedusa. Oggi, a 9 anni di distanza, e in occasione della Giornata che ne celebra il ricordo, un impegno comune per i migranti, per evitare altre vittime.

Ricordo strage Lampedusa – Nanopress.it

In occasione della Giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza, un grido unanime si alza perché ciò non accada più.

Migranti: la strage di Lampedusa

Una strage senza precedenti, una strage del mare: era il 2013 e, a largo di Lampedusa furono in 368 coloro che persero la vita. Migranti in cerca di una vita migliore, donne e bambini in fuga da guerra e disperazione, alla ricerca di una vita che valesse la pena di esser vissuta.

Ma non riuscirono ad arrivare mai su quella terra che li accoglieva a braccia aperte. Morirono lì, in mare aperto e fra essi 83 donne e 9 bambini. Una tragedia che toccò il cuore di tantissimi, anche del Santo Padre. Ancora oggi, però, non si riesce a trovare una soluzione a questo problema e tante, troppe purtroppo, sono ancora le vite perdute in mare.

I migranti che arrivano sulle nostre coste, spesso, attraccano a Lampedusa ma solo di passaggio. Attendono, magari, loro parenti o familiari nel Nord Europa e l’Italia, come anche il Mar Mediterraneo, sono per loro solo un attracco e uno Stato di passaggio. Ma non tutti riescono ad arrivarci sule nostre cose, vivi soprattutto.

Ed oggi, in occasione della Giornata Nazionale della memoria e dell’accoglienza, in ricordo proprio di quelle 368 vittime innocenti del mare e di tutte le altre che si sono susseguite, venute prima e dopo questa data, che ci si pone lì, a pensare, a ricordare e a pregare per loro.

Migranti – Nanopress.it

Quella barca che colò a picco

Per tutti quelli che si trovavano su quel peschereccio, partito dalle coste della Libia, giunto a mezzo miglio dalle coste di Lampedusa, dalla loro salvezza. Ma fu a quel punto che i motori si bloccarono. L’assistente di bordo, per far capire e vedere alle altre navi che loro erano lì, in mare aperto, in pericolo, iniziò ad agitare uno straccio infuocato, ma questo provocò panico, fumo e sconcerto fra i migranti a bordo.

In tanti si spostarono su di un lato dell’imbarcazione che non resse più l’eccessivo peso tutto da un lato e, piano piano, colò a picco. Di loro a bordo, 368 morirono, 20 furono i dispersi e solo 155 i superstiti.

Di quell’immane tragedia, oggi, rimane il ricordo costante delle vittime, l’incessante preghiera per loro e anche la voglia e la possibilità di cambiare questa situazione. Ciò che è certo, però, come afferma anche l’ex sindaco di Lampedusa, Martello, è che la comunità di Lampedusa non dimenticherà mai quel giorno.

L’omaggio a queste vittime innocenti del mare sempre, ogni anno e in ogni momento. Perché tragedie come queste non accadano mai più, affinchè i diritti inviolabili dell’uomo, fra cui la dignità, mai vengano violati o dimenticati.

Rosalia Gigliano

classe 1989, di Napoli. Sono laureata in Filologia Moderna e, dal 2013, sono anche una giornalista pubblicista. Fra le mie principali passioni ci sono la lettura e la scrittura, passioni che sono diventate poi, mano mano, il mio mestiere. Tutto ciò che fa cultura e che può ulteriormente arricchire sia me che mi sta intorno, sono il mio pane quotidiano. Scrivo su Nanopress.it dallo scorso giugno 2022, occupandomi prevalentemente di cronaca (nazionale, ma anche estera) nella mia funzione di redattore. Incontrare il team di Nanopress.it è stata una scelta che rifarei ancora ed ancora, perché mi ha riportata dove è nata la mia passione per il giornalismo: il mondo della cronaca.

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