Messina Denaro: l’avvocato Lorenza Guttadauro esprime preoccupazione per le condizioni di salute del suo assistito.
L’avvocato di Matteo Messina Denaro, Lorenza Guttadauro, si dice preoccupata per le condizioni di salute del suo assistito, le quali sarebbero peggiorate negli ultimi tempi. Inoltre, sostiene che una cella non è il luogo adatto per effettuare cure oncologiche e che si augura che lo sottopongano correttamente ai trattamenti di cui ha bisogno. Dopo la cattura e il trasferimento nel carcere dell’Aquila, il boss ha risposto alle domande che gli hanno fatto i magistrati, mantenendo, però, ferma la sua posizione: l’uomo, infatti, non intende collaborare con la giustizia.
Lorenza Guttadauro, avvocato di Matteo Messina Denaro, ha espresso le proprie preoccupazioni in merito alle condizioni di salute del suo assistito. Il legale, infatti, teme che l’uomo non venga curato bene, in quanto la sua salute sarebbe peggiorata negli ultimi tempi.
Inoltre, l’avvocato afferma che il suo assistito, attualmente detenuto nel carcere dell’Aquila al 41-bis, non possa essere sottoposto ad adeguate cure in una cella che, a detta di Guttadauro, non può “essere paragonata a un ambulatorio medico“, anche per quel che concerne la sterilizzazione che tali locali medici assicurano al paziente, cosa che non potrebbe avvenire all’interno del penitenziario.
E aggiunge che, all’interno della stanza, non ha visto “sedie per la chemio” ma solamente “un tavolo“. Pertanto, conclude “non so se lo stanno curando bene“.
Dopo l’arresto, Messina Denaro ha deciso di non voler collaborare con la giustizia, né ha accennato ad alcun pentimento per i reati commessi.
Una decisione che non era poi così imprevedibile. Ha risposto alle domande che gli sono state fatte dai magistrati, i quali lo hanno interrogato dopo la sua cattura, avvenuta dopo ben trent’anni di latitanza, durante i quali sono state messe in atto tante ricerche al fine di stanarlo.
Oltre alle accuse di estorsione e quelle relative alle stragi, si aggiungono nuove accuse, quali sostituzione di persona (visto che ha usato l’identità di Andrea Bonafede, geometra di Campobello di Mazara al fine di ottenere cure mediche, per comprare la casa e due automobili) e detenzione abusiva di arma.
Nel suo ultimo covo, infatti, sono state ritrovate un revolver Smith & Wesson calibro 38 special la cui matricola è risultata abrasa, cinque cartucce e venti proiettili in un contenitore.
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