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Cronaca

Messina Denaro: la malattia, il tumore e i vari ingressi in clinica sotto falso nome

La sua cattura è una vera e propria vittoria per lo Stato italiano. Ma come mai nessuno prima si era reso conto della presenza di Matteo Messina Denaro all’interno di quella clinica di Palermo?

L’arresto di Matteo Messina Denaro – Nanopress.it

Il boss pluri ricercato era stato anche operato e nessuno mai avrebbe immaginato che, dietro le sembianze di quell’anziano ammalato, c’era proprio lui.

Messina Denaro: entrava e usciva dalla clinica

La vittoria dello Stato sulla malavita. La notizia della cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro ha fatto, nel giro di poco tempo, il giro d’Italia. Tutte le testate giornalistiche l’hanno riportata. Dopo 30 anni di latitanza, il boss più ricercato d’Italia è stato arrestato all’interno della clinica “La Maddalena” di Palermo. Che non si fosse mai mosso dalla sua città? Questo è solo uno dei tanti interrogativi che chi indaga si sta ponendo in queste ore.

Messina Denaro era stato operato anche due volte, la prima nel novembre 2020 e, nel giro di due anni, era stato ricoverato in day hospital almeno sei volte. Numeri che fanno pensare a qualunque persona che, per una malattia, è costretta ad entrare ed uscire da strutture sanitarie. Ma invece, era l’uomo più ricercato di tutta Italia.

E lo ha fatto sotto falso nome, tale Andrea Bonafede. Questo è il nome scritto sulla cartella clinica. Ogni volta che tornava in clinica per le chemioterapie, si dimostrava generoso con tutti, tanto da portare loro anche dei regali. Lo faceva come uno dei pazienti più facoltosi che entravano in clinica: “Spesso regalava bottiglie di olio di Castelvetrano a medici e infermieri” – racconta uno degli infermieri.

Un anziano dal volto scavato: questo era diventato Messina Denaro. Un uomo che entrava ed usciva dall’ospedale per le chemioterapie e, in particolare, lo faceva da questa clinica, considerata una delle migliori per le cure di carattere oncologico di Palermo.

Matteo Messina Denaro – Nanopress.it

Il tumore al colon e i vari ricoveri

Il 13 novembre del 2020, quando vi entrò per la prima volta, sulla sua cartella clinica fu scritto: Andrea Bonafede, classe 1963. Da lì, poi, l’operazione per l’asportazione del tumore al colon ed il ricovero per 6 giorni. Ma non sarà l’unico ingresso in quella clinica. Ci saranno altri ingressi in day hospital (ben 6) e lo scorso 13 maggio 2021 un secondo intervento a causa delle metastasi epatiche che si erano formate.

Tutti coloro che lo hanno assistito e, anche, chi lo ha operato, ricorda il suo volto. Ma fra novembre e dicembre le sue condizioni di salute sono andate sempre più peggiorando. I medici avevano ritenuto opportuno un nuovo ricovero e, per questo, stamattina era nuovamente atteso in clinica per il tampone prima del ricovero stesso.

Ma ha trovato una non gradita sorpresa: i Carabinieri lo aspettavano. Avevano, già da qualche ora, poco prima delle ore 7, militarizzato l’area. Nessuno, fra medici e pazienti, è potuto uscire dall’ospedale fino alla fine della sua cattura. Una situazione che, a tutti, sembrava assurda, poiché nessuno sapeva chi fosse quell’uomo anziano malato di tumore che era lì per curare il tumore.

Rosalia Gigliano

classe 1989, di Napoli. Sono laureata in Filologia Moderna e, dal 2013, sono anche una giornalista pubblicista. Fra le mie principali passioni ci sono la lettura e la scrittura, passioni che sono diventate poi, mano mano, il mio mestiere. Tutto ciò che fa cultura e che può ulteriormente arricchire sia me che mi sta intorno, sono il mio pane quotidiano. Scrivo su Nanopress.it dallo scorso giugno 2022, occupandomi prevalentemente di cronaca (nazionale, ma anche estera) nella mia funzione di redattore. Incontrare il team di Nanopress.it è stata una scelta che rifarei ancora ed ancora, perché mi ha riportata dove è nata la mia passione per il giornalismo: il mondo della cronaca.

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