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Mare monstrum: Legambiente rivela tutte le infrazioni nelle acque italiane

40 infrazioni al giorno, nelle acque e lungo le coste: questi i dati allarmanti diffusi da Legambiente attraverso il report ‘Mare monstrum’, i cui risultati sono stati resi noti ieri alla stampa. Già da qualche anno Legambiente realizza questo dossier sull’inquinamento e tutte le altre brutture che affollano i mari della penisola, e ad una prima analisi sembra che per il 2013 ci sia ben poco da sorridere: i reati sono infatti in aumento, e le forze dell’ordine e la Capitaneria di porto hanno stimato 14504 infrazioni in tutto l’anno preso in esame.

Per l’occasione Legambiente ha deciso anche di assegnare le bandiere nere ai peggiori orrori realizzati dai ‘pirati’ del mare: per il 2013 viene conferito il poco onorevole titolo al Mose e Grandi navi, ma anche a Costa Crociere, alla provincia di Salerno, al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, e al Porto di Molfetta. Il report dell’associazione purtroppo è impietoso: negli ultimi 4 anni i reati sono in costante e progressivo aumento, dal 2012 al 2013 l’incremento stimato è del 7,3 per cento, e in cima alla classifica dei reati vi è la pesca di frodo, che rappresenta il 42 per cento dell’illegalità. Le regioni più coinvolte in questo traffico sono Puglia, Campania, Sicilia, Calabria e Veneto, e complessivamente è stato sequestrato più di 1 milione e 600 mila chilogrammi di pescato.

Ma non finisce qui in termini di abusi: più del 22 per cento dei reati riguarda lo scarico abusivo, con 3264 infrazioni accertate, la cui causa principale è riscontrata nella cattiva depurazione, anch’essa in aumento del 26 per cento, e in scarichi fognari inadeguati. Tuttavia anche lo sversamento di idrocarburi contribuisce all’inquinamento dei nostri mari. Secondo il report di Legambiente, vi sono poi ancora grossi problemi strutturali del sistema di depurazione, il quale copre solo il 78,5 per cento della popolazione, mentre tra gli altri reati ambientali figurano 2742 accertamenti di violazioni del codice della navigazione, pari al 19 per cento, mentre il 16,6 riguarda il business del cemento, che frutta oltre 266 milioni di euro. La Goletta verde è salpata qualche giorno fa per compiere il suo annuale controllo dell’ecosistema marino, e tra un paio di giorni verrà affiancata dalla Goletta dei laghi per un analogo check-up nelle acque dolci: le premesse per un’inversione di tendenza nel 2014 paiono lontane all’orizzonte.

Giulio Ragni

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