Il lavoro c’è, ma sono gli operai ad essere introvabili. Almeno questo è quello che manca, e si tratta sia di operai che di artigiani. Ne mancano circa 531mila.
Si tratta più che altro di fabbri, meccanici, artigiani e manutentori: sono loro le principali figure a mancare. Cerchiamo di capire insieme.
Questa volta il grido d’aiuto arriva dalle imprese specializzate: sembra strano ma è così. A mancare loro sono gli operai specializzati e figure che all’inizio sembravano essere all’ordine del giorno ed invece, ora, diventano sempre più pochi. Fabbri, artigiani, manutentori: sono loro le figure che mancano alle industrie.
Si tratta di circa 531mila figure lavorative che non si trovano e, a stilare questo bollettino, è Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere con Anpal, con i dati analizzati per il mese di settembre. Si tratta di previsioni anche a lungo termine, ma una cosa è certa: le imprese faticheranno a trovare lavoratori, in particolare 252mila lavoratori, il 48% del totale ricercato. Sono proprio i candidati a mancare, o anche l’inadeguata preparazione alla mansione che viene loro richiesta.
Sono queste le due principali motivazioni a riguardo. Particolarmente difficile è trovare operai specializzati (ne mancano circa il 64%), ma anche conduttori di impianti fissi e mobili (il 53%) e i tecnici (il 49%). Mancano anche attrezzisti, operai e artigiani del trattamento del legno, ma anche manutentori di macchine fisse e mobili, fabbri ferrai costruttori di utensili, operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni, meccanici artigianali, montatori e riparatori. Insomma: un vero e proprio esercito di manodopera che manca.
Ma la mancanza di operai specializzati si fa sentire anche nel settore ingegneristico, dove mancano i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi. Le maggiori difficoltà a trovare operai riguardano le industrie del Nord Est, dove manca circa il 53% degli operai, rispetto al Sud, dove invece a mancare è il 43%.
La domanda più comune e richiesta riguarda il contratto di lavoro. Si tratta, per lo più, di quelli a contratto a tempo determinato (circa 284mila operai) ai quali fanno seguito, però, anche quelli a contratto a tempo indeterminato (circa 108mila), insieme a quelli con contratto a somministrazione (circa 57mila).
Ciò che è da osservare è che, per far fronte alla mancanza di manodopera, si ricorre a quella straniera. Sono state circa 95mila le assunzione avutesi lo scorso anno, in particolare nei settori di trasporto e logistica, nelle industrie metallurgiche, nel settore della ristorazione e degli alloggi turistici, fino alle industrie alimentari.
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