Il maltrattamento degli animali non sarà più reato? Il rischio è concreto, e l’indignazione del web sta montando sempre di più affinché il governo possa fare marcia indietro all’ultimo momento, ma si tratta di una corsa contro il tempo. L’oggetto della discordia è un decreto legislativo che attua la legge delega 67/2014 sulla messa a prova e le misure alternative al carcere: in buona sostanza la norma prevede l’archiviazione di tutti i reati sanzionati con una pena detentiva non superiore a un massimo di 5 anni, per cui è prevista al massimo il pagamento di una multa invece della galera. E tra questi reati di ‘particolare tenuità‘ rientrano anche quelli rigardanti l’abbandono, il maltrattamento e l’uccisione degli animali.
Se il progetto governativo dovesse effettivamente diventare legge, anche per i reati sopracitati non si dovrebbe più affrontare un procedimento penale con la possibilità di finire in carcere, ma basterà un semplice risarcimento ai proprietari delle vittime, se non dovesse intervenire qualche forma di prescrizione a cancellare con un colpo di spugna anche il reato direttamente. Sui media inizialmente la notizia di questa legge delega non ha avuto il giusto risalto ed è passata piuttosto sotto silenzio, mentre da parte del governo c’è stata la giustificazione di non voler intasare l’attività dei tribunali con reati cosiddetti minori. Ma la spiegazione non convince buona parte dell’opinione pubblica, e riguardo alla questione del maltrattamento animali la rabbia degli ambientalisti, ma anche delle semplici persone di buon senso, si sta facendo sentire con veemenza.
Sono già partite iniziative come raccolte di firme e ‘mail bombing’, ovvero bombardamento di e-mail alle caselle di Parlamento e governo, per far recedere l’esecutivo dal suo proposito, mentre è stata indetta una giornata di mobilitazione generale il 24 gennaio affinché non vengano cancellate norme e sanzioni frutto di una decennale battaglia da parte di associazioni animaliste e laboriose attività parlamentari. Troppo spesso l’abbandono e la violenza sugli animali sono rimasti impuniti, e l’introduzione del concetto di tutela degli animali nella nostra legislazione, per quanto ampiamente migliorabile, è un punto di civiltà che non può essere degradato alla semplice comminazione di una multa, nella migliore delle ipotesi. Nella sua furia ‘rottamatrice’, il governo sta prendendo un abbaglio a cui può ancora porre rimedio, se avrà il coraggio e l’umiltà di fare un passo indietro.
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