Ancora polemiche su Matteo Salvini a ridosso della tragedia del maltempo che ha fatto almeno 12 morti in Sicilia, a partire dalla tragedia di Casteldaccia. Tutto nasce da un selfie che il ministro dell’Interno ha pubblicato sui social nella giornata di domenica 4 novembre che lo ritrae con la tuta della Protezione Civile mentre è in visita nel bellunese, altra zona colpita dal maltempo. Il pollice alzato in segno di like mentre in Sicilia si contano i morti non è piaciuta al web e agli avversari politici che hanno sollevato un polverone.
Il vice premier infatti non poteva non sapere della tragedia di Casteldaccia e delle altre vittime registrate in Sicilia, compresi due turisti tedeschi travolti da un torrente mentre erano in auto in provincia di Agrigento.
“Tuta della Protezione Civile e si parte direzione Belluno, per visitare le zone colpite da frane e alluvioni e portare i primi aiuti concreti del Governo. Buona domenica Amici, chi si ferma è perduto”, si legge nel post.
Immediate le polemiche. A molti non è piaciuta la foto sorridente del ministro dell’Interno che non ha speso una parola per i morti in Sicilia mentre ha trovato il tempo di pubblicare il selfie con tanto di pollice in su a distanza di poche ore dalla tragedia di Casteldaccia, dove due intere famiglie sono morte travolte da un fiume di fango.
In tanti hanno poi notato la scelta di fotografarsi con Venezia sullo sfondo, mentre il Veneto (con Trentino e Friuli) si trova ad affrontare una catastrofe ambientale.
“Da Belluno bisognerebbe poi andare a Palermo a pregare per quella povera famiglia distrutta dal maltempo..siamo flagellati”, scrive un utente.
“Lei è Ministro della Repubblica Italiana. Si sta recando in un luogo in cui vige sgomento e dolore per avvenimenti tragici. Non è uno studente in gita scolastica. Dio mio…ma come si fa?? Ma un po’ di rispetto”, scrive un altro.
Le polemiche sono andate avanti per tutto il giorno, tra chi ha attaccato Salvini e chi si è speso in sua difesa, tanto che a distanza di qualche ora è arrivata la risposta del ministro sempre tramite social.
“Se vado, mi criticano perché vado. Se non vado, mi criticano perché non vado. Se sono triste non va bene, se sorrido non va bene. Se commento un fatto mi attaccano perché lo commento, se non commento mi attaccano perché taccio. Sapete una cosa, cari criticoni, professoroni e giornalisti di sinistra?
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