Gli effetti a lungo termine del Coronavirus, ormai noti come Long Covid, a 12 mesi dal contagio interesserebbero prevalentemente la sfera psichiatrica con un aumento dei sintomi che supera il 10% nell’anno successivo alla malattia. Lo rivela un recente studio.
Ansia e insonnia crescerebbero così come la depressione nei 12 mesi successivi al contagio da Coronavirus. Nel Long Covid, l’incremento sarebbe del 20% per quanto attiene alla mancanza di concentrazione.
Quanto sopra esposto, riporta Agi, sarebbe parte dei risultati emersi dal primo studio prospettico condotto in Italia sul Long Covid.
Nei pazienti che hanno sviluppato la malattia Covid-19, stando a quanto rilevato, nei 12 mesi successivi aumenterebbero di oltre il 10% i sintomi relativi a disturbi psichiatrici e del 20% la mancanza di concentrazione e di attenzione.
Secondo lo studio riportato dall’agenzia di stampa, i sintomi che aumenterebbero mesi dopo il contagio sarebbero quelli psichiatrici, diversamente dagli effetti fisici propri della fase acuta del Covid-19.
La durata di questa declinazione del Long Covid sarebbe piuttosto lunga e, seconodo la Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (SINPF), sarebbe necessaria l’istituzione di una Agenzia Nazionale per la Salute Mentale che intervenga sul settore assistenza nel Paese.
È quanto emerge in occasione della pubblicazione dello studio, condotto dall’ospedale universitario di Udine, sulla Rivista spagnola di Psichiatria e Salute Mentale.
Pochi giorni fa, all’Ansa, Melitta Jakab, capo del Centro europeo Oms per la salute primaria, ha spiegato che il Long Covid, dopo la fase acuta dell’emergenza Coronavirus, ha imposto nuove priorità nel sistema sanitario:
Servono più risorse umane e fondi per la salute primaria, a fronte del peso sempre più ingente posto dalla pandemia sui servizi di primo accesso per la salute
Lo “shock epidemiologico” innescato dal Long Covid, ha aggiunto Jakab ai microfoni della stessa agenzia di stampa, avrebbe prodotto un significativo aumento del numero di pazienti che necessitano di cure cardiovascolari e di salute mentale.
Una situazione che, alla luce dell’evidenziato aumento di ansia, insonnia a depressione a 12 mesi dalla malattia, balza in testa nelle cronache della pandemia e impone nuove riflessioni e approcci per sostenere chi ne è affetto.
La salute fisica non può essere separata dal benessere sociale e mentale
Questo l’inciso di Melitta Jakab, secondo cui la pandemia avrebbe agito “come lente di ingrandimento” portando a galla una realtà purtroppo trascurata e sottovalutata.
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