L’Istat ha confermato che il tasso di inflazione è calato al 7,6% a maggio e, di conseguenza, anche i prezzi del carrello della spesa sono scesi all’11%.
A maggio il tasso di inflazione è calato al 7,6%, registrando un lieve incremento mensile dello 0,3%. È quanto ha reso noto l’Istat con una nota ad hoc, che ha confermato la stima preliminare. La fiammata inflattiva ha decelerato la sua folle corsa a seguito del rallentamento dei prezzi dei beni energetici, di quelli alimentari, dei servizi relativi ai trasporti, dei servizi per la cura della persona e dei servizi ricreativi e culturali. Le quotazioni dei prezzi dei servizi relativi all’abitazione e dei beni alimentari non lavorati hanno subito rincari che hanno compensato il calo dei prezzi degli altri beni. L’”inflazione di fondo” al netto degli alimenti freschi e dei beni energetici ha registrato una lieve decelerazione. Scopriamo quali sono i dati confermati dall’Istat.
L’incremento del tasso di inflazione ha subito una decelerazione a seguito del rallentamento dei prezzi dei beni energetici, di quelli alimentari, di quelli dei servizi di cura e dei trasporti. Anche l’inflazione di fondo ha subito un rallentamento: dal mese di febbraio 2022 l’aumento dei prezzi al consumo è sceso ai livelli minimi. Nonostante il calo dell’inflazione e la decelerazione dei prezzi del carrello della spesa alimentare, la BCE ha annunciato l’aumento dei tassi di interesse di 25 punti base.
Nonostante l’inflazione sia calata al 7,6%, la BCE ha comunicato l’incremento dei tassi di interesse di 25 punti di base. La banca centrale ha deciso di incrementare i saggi di interesse per portare il tasso di inflazione a 2 punti percentuali. Il board della BCE ha innalzato il tasso inflattivo dal 3,75% al 4%. Il rallentamento dell’inflazione è stato accolto positivamente, ma è possibile che la BCE aggiorni ulteriormente i tassi di interesse entro il mese di settembre.
Secondo le rilevazioni dell’Istat, l’inflazione è più elevata nel capoluogo ligure con un tasso pari a 9,5 punti percentuali. A Messina e nel capoluogo toscano il tasso di inflazione è pari a 8,4 punti percentuali. A Potenza il tasso è pari a 5 punti percentuali, a Reggio Emilia e a Catanzaro è pari a sei punti percentuali. Se queste sono le città dove si registra una fiammata inflattiva, ci sono città italiane dove l’inflazione ha registrato un trend ribassista.
Nonostante il calo del tasso di inflazione, l’obiettivo dell’inflazione a due punti percentuali non sarà realizzabile in tempi brevi. L’economia cresce, ma non velocemente. Si tratta di una crescita modesta: l’inflazione rimane elevata nell’Eurozona, per questo
“la politica monetaria dovrebbe continuare ad essere restrittiva e mantenere una propensione all’inasprimento”.
La politica monetaria restrittiva contribuirà a ridurre le spinte inflazionistiche, riducendo la pressione rialzista sui tassi di interesse. Ciò consentirà di ridurre le pressioni sui mercati finanziari comunitari.
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