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Levrieri in Spagna, maltrattati e abbandonati dai cacciatori: la denuncia degli animalisti

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Triste destino quello dei levrieri in Spagna: questi cani, solitamente destinati alle corse o alla caccia, nel Paese iberico vengono letteralmente sfruttati per la seconda attività, ed una volta che non servono più, perché rimangono feriti o semplicemente perché invecchiano, sono abbandonati dall’uomo al loro destino senza troppi complimenti. Per fortuna esistono associazioni di volontari che si occupano di loro, e che come denuncia questo video, si trovano a dover fare i conti con animali traumatizzati nel corpo e nello spirito: un levriero è un cacciatore naturale, ma il ringraziamento per aver servito l’uomo con affetto e dedizione sono crudeli maltrattamenti che durano per tutta la loro breve vita.

La Spagna è uno degli ultimi Paesi al mondo a permettere ancora la caccia con i galgos, come si chiamano i levrieri natii di questa terra, ma secondo quanto denunciano gli animalisti le vere vittime della caccia paiono essere loro più che le prede di questa attività, tanto che la stessa sopravvivenza dei levrieri è a rischio come quella di altre specie, che invece sono da sempre vittime delle attività umane. Si calcola che ogni anno in Spagna vengano abbandonati 60mila cani, e per loro non ci sarebbe possibilità di salvezza se non se ne occupassero i volontari, che dopo averli curati li danno in affidamento a persone di buon cuore, in modo che possano continuare a vivere gli anni che loro restano con amore e senza sfruttarli cinicamente.

Dopo 3 anni al massimo, se non prima nel caso vengano feriti durante una battuta di caccia, i levrieri vengono abbandonati dall’uomo, eccetto le femmine destinate a sfornare cucciolate finché possono. Un fenomeno a cui il governo ha provato a porre un argine, approvando nel 2015 una normativa secondo cui chi maltratta gli animali rischia fino a 2 anni di carcere. Un deterrente che però a quanto pare non funziona abbastanza bene, vista la denuncia degli animalisti spagnoli: ancora troppi cacciatori considerano questi cani non come esseri viventi, ma solo come oggetti utili per cacciare, da sfruttare fino allo sfinimento, spesso picchiati, malnutriti e costretti a vivere in scarse condizioni igieniche. Negli anni le inchieste e le denunce sul fenomeno si sono moltiplicate, e se ne è occupata anche Striscia la Notizia in un servizio del 2015 girato in loco, ma ancora tanto deve essere fatto prima che i galgos possano essere liberi di essere trattati ed amati come tutti gli altri cani.

Giulio Ragni

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