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Categories: Cultura

La Rai di Anna Maria Tarantola: dopo l’addio di Giovanni Floris a rischio Bruno Vespa

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Per la Rai, cambiare è troppo difficile. Dopo l’addio di Giovanni Floris, rogne anche per lo stipendio di Bruno Vespa. Parola di Anna Maria Tarantola che in Rai è presidente dal 2012. Il cambiamento del Servizio pubblico è complesso, ne è una recondita ammissione l’intera intervista rilasciata oggi dalla manager televisiva sulle pagine de Il Corriere della Sera. Alcune priorità ir-realizzalibili per il futuro dell’azienda televisiva italiana: metter mano agli stipendi dei conduttori, innovare in tecnologia e sul piano editoriale. Così, anche il contratto del giornalista di Porta a Porta potrebbe essere ridimensionato. Parola di Vespa, anzi di Tarantola.

Dopo aver commentato il divorzio ufficiale tra Rai e Giovanni Floris (‘Mi dispiace perché Floris è un grande professionista. Ha dato e avuto molto dall’azienda. Il mercato però funziona così. La negoziazione non è andata a buon fine‘), Anna Maria Tarantola inquadra il futuro di Bruno Vespa in Rai; in fin dei conti non ha un contratto troppo diseguale, in quanto a cifre e rispetto all’uscente collega di Ballarò:

E’ un vecchio contratto‘ e – ha aggiunto – ‘avendo risorse in diminuzione, il mandato del Consiglio è di ridurre tutti i contratti in modo da recuperare risorse ed investire in tecnologie. Quando sono arrivata la Rai era un’azienda tecnologicamente molto vecchia‘.

Un altro tasto dolente di cui spesso la critica televisiva si fa portavoce è l’accusa alla fiction Rai, lontana dagli standard produttivi internazionali altrettanto spesso tacciata di rappresentare ‘la santificazione’ dei personaggi (preti buoni e agiografie televisive, suggerisce l’intervistatore):

Io non la vedo così. Le nostre fiction possono sembrare dolciastre, ma in realtà pongono l’attenzione su temi seri, rappresentando la maggior parte del Paese‘. Buona verso la fiction Rai, non lo è altrettanto nei confronti dei ‘colleghi’ di Sky che quest’anno hanno portato sugli schermi la fiction dai successi e dalle polemiche sempre-verdi, Gomorra:

Lo trovo eccessivo. Non dà speranze. E’ giusto, invece, che il Servizio pubblico ti faccia vedere come attraverso un percorso o un rapporto umano si possa arrivare alla soluzione dei problemi. A me non piace l’abitudine italiana di alimentare la fame di sangue e dolore‘.

Dal canto della Rai e dei suoi rappresentanti, la spinta al rinnovamento sembra esistere solo parzialmente. Se da un lato quest’anno si è assistiti ad un cambio radicale di Rai 3 (La trasmissione che fa vero servizio pubblico, dice Tarantola, è il Tempo e la storia di Massimo Bernardini) e si vorrebbero aprire le porte della Rai anche a Pif (‘Mi piace‘, dice il Presidente), d’altro canto le vecchie certezze fanno capolino nella nuova stagione di Rai 1. Su tutte, Raffaella Carrà ha debuttato sulla rete nazionale nel lontano 1963 ed è pronta a tornare a breve con un talent show. Infatti Anna Maria Tarantola ammette:

Sul fronte editoriale dobbiamo lavorare molto. Mi piacerebbe aprire un tavolo delle idee, anche coinvolgendo figure esterne all’azienda, per trovare nuovi format e nuovi personaggi con cui affrontare la sfida del passaggio del broadcaster a media company e la concorrenza internazionale‘.

Il modello BBC? Ancora un miraggio, parola di Presidente: ‘Ha una governance molto diversa dalla Rai, che consente una solita indipendenza … io credo che senza indipendenza dalla politica non ci sia Servizio Pubblico‘.

Parole sante, fiction a parte.

Raffaele Di Santo

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