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Categories: Cronaca

La pistola taser arriva anche in Italia: sperimentazione in sei città

Arriva anche in Italia, in via sperimentale, la pistola taser, più conosciuto come dissuasore, un’arma fino ad ora in uso alla polizia statunitense che genera una scossa elettrica per rendere la “vittima” inoffensiva ed immobilizzarla. In tanti la conoscono sicuramente per averla vista in numerose serie Tv americane e la sua forma a tutti gli effetti ricorda proprio quella di una pistola. Nel nostro paese sarà uno strumento in più per far fronte alla microcriminalità e sarà usata come un progetto iniziale su sei città, Milano, Brindisi, Caserta, Catania, Padova e Reggio Emilia. Subito dopo la prima fase, che vede coinvolte le citate città, l’uso della pistola taser potrebbe essere allargato ad altri comuni dell’Italia.

Come funziona la pistola taser

Il taser è una pistola elettrica che genera scosse capaci di immobilizzare e tramortire una persona rendendola inefficace alla difesa fisica. Il taser non necessariamente deve sfiorare il corpo di una persona per renderla inagibile, ma può lavorare su una distanza che va dai 7 ai 10 metri (dipende dal modello). La scossa dura mediamente 5 secondi e può così essere efficace senza doversi avvicinare al “bersaglio” rischiando di contro un’ipotetica aggressione. In Italia non era consentito l’utilizzo del taser ne alle forze della polizia e ne ai privati e chi ne era in possesso poteva essere denunciato per porto di arma abusiva.

Pistola taser, arma non letale però…

La pistola taser non è un arma letale in quanto non ferisce, non è quindi lesiva e non uccide. Però parliamo sempre di una scossa elettrica che genera un elettroshock. Per questo nel 2007 l’Onu la decretò un’arma di tortura. E secondo quanto riportato da Amnesty international il taser avrebbe causato centinaia di morti negli Stati Uniti, si parla di più di 800 nel 2001.
Le cause dei decessi sono per lo più dovute a soggetti con problemi cardiaci. La scossa paralizzando i movimenti, con chiare contrazioni muscolari, può essere quindi letale per soggetti che presentano patologie cardiache o respiratorie.

Riccardo Mantica

Nell’editoria online dal 2001 quando scrivere per il web era una chimera. Pubblicista dal 2005, blogger per caso nel 2010, ha vissuto l’avvento del web 2.0 e dei social network condividendone gioie e dolori. Le passioni coltivate negli anni per sport, motori e tecnologia sfociano oggi anche nel panorama della mobilità sostenibile. Il motto preferito? Guardare sempre avanti senza dimenticare il passato. Stay tuned!

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