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Categories: Tecnologia

La lampada che si alimenta con l’acqua di mare

Un pool di designer e creativi filippini ha realizzato una speciale lampada che funziona solamente con acqua di mare e non richiede alcun collegamento alla rete elettrica casalinga né l’utilizzo di batterie. Il progetto si chiama Salt (sale, appunto) e punta a dimostrare quanto sia possibile sfruttare risorse rinnovabili per combattere la mancanza di elettricità e allo stesso tempo salvaguardare l’ambiente. Come funziona questa invenzione? Ma poi, è davvero un’invenzione?

Aisa Mijeno è il fondatore e leader del progetto che si presenta non come un prodotto ma come “Un movimento sociale” perché se sul nostro pianeta 7 miliardi di persone necessitano di elettricità per illuminare e per far funzionare i sistemi elettrodomestici casalinghi, una buona fetta non può nemmeno pensare di accedere a quello che per molti paesi è qualcosa di estremamente scontato. Ebbene, questa lampada utilizza solamente un bicchiere di acqua salata per funzionare per 8 ore.

Basta dunque pescare un po’ di acqua dal mare e versarla nel dispositivo per accendere la luce per otto ore. L’idea è venuta a questo gruppo formato da tre ingegneri e designer filippini, che hanno poi realizzato una video-presentazione dallo stile molto moderno. Come funziona? L’acqua salata immessa va a contatto con gli elettrodi della batteria e si innesca la reazione con gli ioni del sale. Oltre ad alimentare la pila può anche fornire energia per la ricarica, seppur minima, di dispositivi come cellulari.

Ok tutto molto bello, ma è davvero una novità? Sembra solo una versione un po’ più moderna e spiegata bene (con tanto di presentazione ufficiale con musichetta suggestiva stile Apple) della pila di Alessandro Volta che è stata inventata più di due secoli fa. Certo, optò per lo zinco dato che l’alluminio non era ancora utilizzato e non poteva accedere alla tecnologia a basso consumo LED delle lampadine moderne, ma l’idea dei filippini è una riproposizione in salsa moderna della sua pila. Questo non toglie niente alla bontà del progetto, tuttavia, si spera si continui in questa direzione.

Diego Barbera

Diego Barbera è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2018. Si è occupato di tecnologia, sport, cronaca.

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