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Curiosità

La cravatta ritorna in Iran dopo decenni di assenza

E’ un accessorio innocuo, esempio di stile dell’abbigliamento uomo. Ma in alcuni Paesi del mondo è bandita. Stiamo parlando della cravatta. In Iran, da qualche giorno, è tornato possibile indossarla.

Scarpe e cravatta – photo: pixabay

L’accessorio era stato considerato dall’ayatollah come uno dei “simbolo della decadenza occidentale”. Ma qualcosa è cambiato.

Cravatta, torna il suo uso in Iran

Cosa c’è di male nel vedere un uomo vestito di tutto punto con giacca e cravatta? Apparentemente nulla di strano: è il simbolo dell’eleganza maschile e la cravatta è il suo principale accessorio. Ce ne sono di tutti i tipi, di tutti i colori, di tutte le misure (più larghe o più sottili): ognuna adatta all’outfit che l’uomo sta indossando.

Ma sapevamo che non in tutti i Paesi del mondo è possibile indossarla? Sembra strano ma è così, ed uno di questi è l’Iran. Dall’ayatollah, infatti, la cravatta era considerata come uno dei simboli occidentali e, quindi, come concetto di decadenza. Ne consegue, quindi, che il suo uso, quanto l’indossarla, era stato bandito dal Paese stesso.

Stando a quanto riporta il quotidiano francese “France24”, imprenditori, liberi professionisti e giovani alla moda che abitano in Iran e, in particolare, a Teheran, hanno ripreso ad indossarla. “Nella nostra società, indossare una cravatta è come indossare una mascherina prima del Covid-19” – ha spiegato il titolare di un negozio di abbigliamento.

Alcuni uomini iniziano ad indossarle di nuovo

Ed infatti, chi la indossa, viene guardato con un’aria negativa, poiché la stragrande maggioranza delle persone ha una visione ed una percezione prettamente occidentale (e, quindi, negativa).

Il dialogo con i commercianti di abbigliamento, intrapreso da “France24”, ci fa capire come in Iran, stando a ciò che essi stessi affermano, siano state imposte delle regole e “delle restrizioni strane ed inutili”: “Ci vorrà del tempo prima che cambi, ma spera che accada” – spiega il titolare del negozio, ma lo afferma con fiducia e con speranza.

Ci sono diverse testimonianze che il quotidiano francese ha raccolto circa la voglia e la volontà di tornare ad utilizzare la cravatta come semplice accessorio di eleganza. Come ad esempio, quella di Mohammad, un dentista che, insieme alla mamma, si è recato in un negozio di abbigliamento per acquistare proprio una cravatta, per presentarsi, vestito nella maniera quanto più elegante possibile, a casa dei suoi suoceri.

Cravatta indossata – photo: pixabay

Perché furono abolite?

Che c’è di male ad indossarla? Si domandano in molti. Ma in Iran, purtroppo, è presente questo divieto. Il Paese mediorientale ha vietato l’uso della cravatta da un momento storico preciso: dal 1979, dopo il rovesciamento del monarca appoggiato dagli Stati Uniti. Da quel momento, la stessa cravatta è stata vista come simbolo occidentale e, quindi, da bandire dal paese stesso.

Le cravatte sono riapparse, solo dopo decenni, in alcune vetrine durante l’era del presidente riformista Khatami, dal 1997 al 2005. Poi, sono state di nuovo messe al bando. In Iran, come sappiamo, vigono regole ben precise per quel che riguarda l’abbigliamento, molto di più per le donne (come ad esempio, l’obbligo dell’uso del velo) che per gli uomini.

Rosalia Gigliano

classe 1989, di Napoli. Sono laureata in Filologia Moderna e, dal 2013, sono anche una giornalista pubblicista. Fra le mie principali passioni ci sono la lettura e la scrittura, passioni che sono diventate poi, mano mano, il mio mestiere. Tutto ciò che fa cultura e che può ulteriormente arricchire sia me che mi sta intorno, sono il mio pane quotidiano. Scrivo su Nanopress.it dallo scorso giugno 2022, occupandomi prevalentemente di cronaca (nazionale, ma anche estera) nella mia funzione di redattore. Incontrare il team di Nanopress.it è stata una scelta che rifarei ancora ed ancora, perché mi ha riportata dove è nata la mia passione per il giornalismo: il mondo della cronaca.

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