Non c’è nessuna invasione di pomodori Pachino dal Camerun. A smentire la bufala lanciata dall’eurodeputato M5S Ignazio Corrao è il ministero delle Politiche agricole e la stessa agenzia delle dogane, con prove chiare riportate da La Repubblica. Tutto nasce dall’intervento che l’esponente grillino aveva fatto al Parlamento Europeo, postato sul pagina Facebook del gruppo parlamentare e sul sito EFdd-M5S: in quella occasione l’eurodeputato aveva denunciato la vendita di pomodori provenienti dal Camerun proprio nel paese d’origine, a Pachino. “Ci sono bene 6000 km di distanza tra la Sicilia e il Camerun, eppure costa meno farlo arrivare nei nostri mercati che comprare il nostro”, dice Corrao che ricorda come a votare “a favore di questo attacco al made in Italy”, siano stati Lega e Forza Italia. “Basta con le false notizie sulla pelle degli agricoltori”, ha tuonato il ministro Maurizio Martina.
A smentire l’eurodeputato sono i documenti ufficiali dell’agenzia delle Dogane da cui si vede che nessun pomodoro di alcun tipo è stato importato dal Camerun in Italia. Come ricorda il quotidiano, il trattato a cui fa riferimento l’esponente grillino risale al 2009 ed è entrato in vigore nel 2014, per agevolare gli scambi commerciali tra il paese africano e il nostro.
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Come si vede dai documenti pubblicati da Repubblica, dal Camerun l’Italia importa per lo più banane e caffè, seguiti da bulbi, cipolle e tuberi, piante, fiori e bacche usate in profumeria, cacao e pasta di cacao e olio di jojoba: di pomodorini non c’è alcuna traccia.
In ogni caso il ministero ha già attivato dei controlli sulla segnalazione di Corrao, in particolare “per accertare eventuali violazioni sugli obblighi di indicazione dell’origine dell’ortofrutta”.
Anche il sindaco di Pachino, Roberto Bruno, si è scagliato contro la bufala che rischia di colpire la cittadina siciliana, colpita dalla “propaganda sulla pelle dei nostri agricoltori”.
La controreplica di Corrao non si è fatta attendere. “Le lacrime degli agricoltori non sono fake news”, fa sapere l’eurodeputato che ricorda di aver sollevato un “problema gravissimo di etichettatura” che riguarda diversi prodotti agricoli venduti “in quel supermercato”.
“Anche se quel pomodoro non arriva dal Camerun, il problema rimane uguale”, insiste l’esponente M5S che chiede al ministro di dare “il quantitativo di pomodoro straniero entrato in Italia”. “Chi vende in Italia a 1.39 euro il datterino? Quello è un datterino sottocosto. Come si fa a venderlo a quel prezzo se solo per produrlo serve almeno un euro? Ecco spiegate le lacrime degli agricoltori che a quei prezzi non recuperano neanche i costi della plastica”.
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