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La Bella Principessa di Leonardo da Vinci è un falso: la confessione di un contraffattore inglese

La Bella Principessa di Leonardo da Vinci è un falso: la confessione arriva da un noto contraffattore inglese che, in un libro, svela di aver falsificato l’opera, scoperta nel 1998 e, a detta di molti, il capolavoro del genio toscano. Shaun Greenhalgh, questo il suo nome, è un falsario di professione che, oltre ad aver piazzato numerosi falsi, è arrivato perfino ad esporre i suoi dipinti in una galleria d’arte di Manchester. Stando alle sue rivelazioni, la donna ritratta di profilo sarebbe in realtà Sally, un’ex cassiera con cui ha lavorato negli anni Settanta, in un supermercato di Bolton, in Inghilterra.

Il ritratto di dama su pergamena che il professor Martin Kemp, autore degli studi sull’opera, ha chiamato La Bella Principessa, non sarebbe un disegno di Leonardo ma un clamoroso falso realizzato da uno dei più celebri contraffattori del mondo, il britannico Shaun Greenhalgh. E’ stato lui stesso a svelarlo, spiegandone le tecniche di realizzazione: ‘Ho preso una pergamena del 1587 e l’ho disegnata ruotandola di 90 gradi, per imitare l’arte mancina di Leonardo Da Vinci‘. Per riprodurre l’inchiostro, avrebbe fatto bollire la linfa di un albero d’acacia insieme ad escrescenze di quercia.
La donna ritratta, dunque, non sarebbe Bianca Sforza, bensì un’ex cassiera inglese che, ha detto ancora Greenhalgh ‘malgrado l’aria modesta era una scocciatrice autoritaria e piena di sé‘.
Shaun Greenhalgh, classe 1961, non è nuovo ad azioni del genere: tra il 1989 e il 2006 pare abbia venduto diversi falsi, tra i quali una scultura con la figura di un fauno creduta originariamente di Gauguin, alcune copie di antichità romane e una statuetta rappresentante una principessa egizia.
Quanto a La Bella Principessa, la cui attribuzione a Leonardo è stata difesa a spada tratta anche da Sgarbi, il mistero rimane: l’origine, benché alla prova del C14 sia risultata d’epoca rinascimentale, rimane incerta anche perché pare che Leonardo non abbia mai usato la pergamena per nessuno dei suoi 4mila disegni sopravvissuti. In più sembra piuttosto facile reperire vecchie pergamene, perciò il fatto che il supporto del disegno sia datato non costituisce la prova schiacciante della sua originalità. Non solo. Qualcuno pensa che la rivelazione del falsario britannico sia solo una trovata pubblicitaria: se così fosse il valore del quadro calerebbe di botto, visto che la quotazione attuale è di circa 150 milioni di euro.

Caterina Padula

Giornalista pubblicista, appassionata di scrittura, mi occupo da anni di approfondimenti culturali e di informazione online. Da sempre lettrice accanita e curiosa, amo la musica, l'arte e tutto ciò che è natura.

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