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Jihadisti in Italia, una ragazza di Milano arruolata dall’Isis

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Secondo gli inquirenti italiani, ci sarebbe una ragazza italiana arruolata dall’Isis. Si tratterebbe di una giovane di 20 anni che abitava vicino Milano. La ragazza è di origine maghrebina, ma cittadina italiana. Viveva completamente secondo lo stile di vita occidentale, ma un giorno si sarebbe convertita all’integralismo e avrebbe deciso di partecipare alla causa del califfo Al Baghdadi in Siria. Gli investigatori vogliono comprendere che cosa sia accaduto veramente nella vita di questa ragazza, che cosa l’abbia spinta ad appoggiare l’Isis, anche perché la sua figura sarebbe sospettata e legata per molti motivi ad alcune azioni terroristiche.

Dalle indagini è emerso che i luoghi di reclutamento per i giovani da convertire all’integralismo islamico siano le moschee e alcuni siti internet dedicati alla propaganda. Nel frattempo si stanno svolgendo delle indagini molto accurate tra Italia e Siria, passando per la Turchia. Quello della ragazza di Milano non è il primo caso di donne convertite all’integralismo.

La storia di Maria Giulia Sergio

C’è anche una donna tra i 53 foreign fighters italiani, partiti per la jihad. Si chiama, anzi si chiamava Maria Giulia Sergio, oggi Fatima Az Zahra, ha 27 anni ed è originaria di Torre del Greco, Napoli: ora, secondo i servizi segreti, si trova in Siria, a fianco del marito, pronta a diventare la moglie di un martire dell’Isis. La sua storia è simile a quella dei tanti “lupi solitari”, come li chiamano gli investigatori, che dai paesi europei sono partiti per i territori controllati dal califfato e dai terroristi, per poi rientrare nei paesi d’origine e portare a termine atti di terrorismo, come è accaduto in Francia con i fratelli Kouachi e Amedy Coulibaly. Di più, la sua vicenda rimanda a quella di Hayat Boumediene, compagna del killer di Montrouge e ora ricercata come complice per le stragi a Parigi.

Maria Giulia si è convertita all’Islam più radicale al termine di un percorso di avvicinamento alla religione musulmana. Una ragazza come tante, non religiosa e italiana d’origine, che incontra l’Islam con un primo matrimonio quando sposa un marocchino: con lei anche la madre e la sorella si convertono. Nel 2009 il cambiamento: Maria Giulia decide di indossare il “niqab”, il vestito integrale e si sposare la causa della jihad. Lo fa dopo aver sposato in seconde nozze un uomo albanese, come racconta il Giornale: il nuovo marito ha contatti con Bilal Bosnic, imam arrestato in settembre in Bosnia con l’accusa di arruolamento.

La nuova famiglia si trasferisce nella zona di Grosseto dove frequenta la comunità musulmana. Anche il web certifica la sua trasformazione. Sul profilo Facebook compaiono foto di donne velate, immagini della Mecca e della bandiera nera dell’Isis. Il suo volto non si vede mai, coperta dal niqab e proprio in favore del velo integrale sottoscrive un appello nel 2011: tra le altre firme quella di Giuliano Delnevo, il giovane genovese morto in Siria.

I servizi segreti non la perdono d’occhio. Sanno che la giovane vuole seguire il marito nei territori dell’Isis per portare avanti la jihad: a settembre compra un biglietto aereo da Roma per la Turchia. Da lì sarebbe entrata in Siria via Gaziantep, usando i corridori creati dai miliziani. Di lei si perdono le tracce: il suo cellulare non aggancia più alcuna cella, secondo gli investigatori potrebbe usare servizi telefonici online per comunicare con la famiglia. Di fatto, Maria Giulia, alias Fatima, è scomparsa, avvolta nelle nubi nere del terrorismo.

Lorena Cacace

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