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Categories: Economia

Italia cashless per contrastare l’evasione fiscale

Se ne è discusso molto nelle ultime settimane ed alla fine è stato approvato dal CdM il piano voluto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per contrastare l’evasione fiscale: Italia cashless. Già dal nome si intuisce la netta volontà del governo di ridurre l’utilizzo del denaro contante – il cui tetto nelle transazioni tra privati scende dai 3.000 euro attuali a 1.000 nel 2022 − e di favorire un considerevole aumento dei pagamenti effettuati attraverso la moneta elettronica. La tracciabilità degli acquisti di beni e servizi eseguiti tramite carte e bancomat permetterà infatti, citando lo stesso Conte, “l’emersione dell’economia sommersa” agli occhi del Fisco. Vediamo dunque nel dettaglio quali sono le singole misure introdotte dal piano Italia cashless inserito all’interno della manovra finanziaria e quali le conseguenze per i consumatori italiani e gli esercizi commerciali.

La prima importante novità è rappresentata dal cosiddetto Superbonus della Befana − per il quale il governo ha stanziato 3 miliardi per il 2021 e altri 2,8 miliardi per il 2022 − che a partire da gennaio 2021 permetterà a chi effettua pagamenti digitali di riavere indietro, tramite un meccanismo di cashback che deve essere ancora ben definito nelle sue modalità di funzionamento, una parte delle spese effettuate con carte e bancomat: si parla di cifre a partire dai 200/250 euro a salire in base alle spese accumulate durante l’anno, mentre non è ancora chiaro quale sarà il tetto massimo di spesa rimborsabile, così come il tipo di spese che saranno rimborsate – il governo al momento fa semplicemente riferimento a quei settori in cui è molto diffuso l’utilizzo del contante. Al Superbonus si aggiunge poi la famosa lotteria degli scontrini, che a partire da gennaio 2020 prevede estrazioni per chi effettua acquisti chiedendo di partecipare alla lotteria e premi speciali ancora più alti per chi esegue pagamenti elettronici. Obbligatorio diviene infine per i negozianti dotarsi di Pos, in mancanza del quale scatta una sanzione fissa di 30 euro più il 4% del valore della transazione per la quale si è negato il pagamento elettronico.

Questi dunque i principali provvedimenti previsti dal piano Italia cashless, che come si è detto punta ad incentivare i pagamenti tracciabili. Chi vorrà potrà ovviamente continuare ad utilizzare il contante, ma non potrà usufruire dei benefici sopra ricordati.
Più complessa invece la questione per i negozianti, i quali, oltre a rischiare la doppia sanzione, lamentano gli eccessivi costi del Pos e delle relative commissioni bancarie.
Insomma, la guerra annunciata al contante promette sicuramente ulteriori sviluppi, nel frattempo gioiscono banche e i grandi istituti che gestiscono i circuiti di pagamento.

Luca Fiori

Redattore e Copywriter appassionato di politica e filosofia. Laureato in Storia e Società presso l'Università Roma Tre.

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