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Iran, la reazione del ministro degli Esteri alle nuove sanzioni approvate dall’Ue

L’Iran è ancora attraversato dalla rivoluzione del popolo che dal 16 settembre, giorno in cui è morta Mahsa Amini a causa delle percosse ricevute dalla polizia morale dopo essere stata arrestata per aver indossato male il velo, che, però, in tutta risposta riceve nella stessa maniera una durissima repressione governativa, che ha portato alla morte di moltissimi giovani. L’Ue ha approvato oggi nuove sanzioni ma, per quanto riguarda la questione dell’inserimento delle Guardie della Rivoluzione islamica nei terroristi, è rimasto tutto in sospeso.

Ministro degli Esteri iraniano – Nanopress.it

Dopo le ultime imposizioni da parte dell’Occidente e, soprattutto, dalle nazioni europee si è sollevato un malcontento importante da parte dell’Unione Europea che vede ignorate le sue richieste e non può stare soltanto a osservare mentre si compie una repressione, fatta di violenza e ferocia, che si appoggia alle esecuzioni e alle condanne a morte, per incutere timore e stoppare il popolo ha rivoltoso.

Le associazioni umanitarie, come la Iran Human Rights di Oslo, hanno rivelato dati incredibili in merito al numero dei manifestanti uccisi, che si aggira intorno ai 600 e riguardo a quelli arrestati che supera i 19.000 detenuti. Nonostante sia stata attuata una scarcerazione di massa pari a circa 5.200 manifestanti arrestati, a detta delle autorità iraniane, il numero dei prigionieri politici è ancora estremamente elevato e la preoccupazione per le loro condizioni di salute alle stelle.

Se da un lato si scorgono segnali che possono sembrare positivi dall’altro, invece, la realtà mostra un altro quadro, che appare completamente differente. Sono state arrestate, nelle ultime ore, tre giornaliste iraniane e emerge che la situazione all’interno dei penitenziari è disperata. L’Unione Europea ha cercato di intervenire in questo scenario, che sta facendo soffrire una popolazione che chiede semplicemente diritti primarie.

Nuove sanzioni Ue e la questione delle Guardie della Rivoluzione

Il ministro degli Esteri iraniano afferma che i funzionari dell’UE, tra cui Josep Borrell, hanno dichiarato che non stanno cercando di attuare una proposta di risoluzione contro la Guardia rivoluzionaria.

Hossein Amir-Abdollahian, ministro degli Esteri iraniano, ha dichiarato, in un’intervista rilasciata alla nuova agenzia ICANA sulla recente risoluzione adottata dal Parlamento europeo per Classificare l’IRGC all’interno dei gruppi terroristici, che:il Parlamento europeo ha preso una decisione emotiva e la razionalità non ha regolato il loro incontro”.

Ha poi continuato spiegando: “Abbiamo cercato per mesi di convincere l’Unione europea a cambiare direzione e … hanno concluso che questo problema non dovrebbe essere sollevato nell’Unione europea poiché le decisioni del consiglio dei ministri sono vincolanti. Tuttavia, hanno approvato la risoluzione al Parlamento europeo come spettacolo“.

Il ministro degli Esteri iraniano ha affermato che, secondo le conversazioni avvenute nei giorni scorsi con i funzionari europei, l’Ue non sta cercando di attuare la risoluzione e avrebbe spiegato inoltre che la risoluzione è solo un’espressione dei sentimenti di alcuni membri del Parlamento europeo.

Riguardo alla possibilità del ritiro dell’Iran dal TNP (trattato nucleare) espellendo gli ispettori dell’Aiea le autorità iraniane precisano che: “un piccolo numero di leader politici europei non ha esperienza in diplomazia, compreso il ministro degli Esteri tedesco, quindi se non correggono le loro posizioni, tutto è concepibile”.

Gli iraniani hanno lanciato un movimento per chiedere ai politici europei di catalogare l’IRGC come gruppo terroristico, poiché era responsabile della maggior parte delle azioni che hanno ucciso, mutilato e arrestato i manifestanti.

La Repubblica islamica dell’Iran ha preso posizione e avanzato minacce rivolte all’Europa sulla proposta di elencare le Guardie Rivoluzionarie come organizzazione terroristica.

Il parlamento di Teheran ha tenuto una riunione speciale domenica alla presenza del ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian e del comandante dell’IRGC Hossein Salami.

Dopo l’incontro, il presidente del parlamento Mohammad Bagher Ghalibaf  ha rilasciato una dichiarazione dicendo: “Avremo azioni all’ordine del giorno contro le forze armate europee nella regione“.

La tensione è alta tra autorità iraniane e occidentali già da quando l’Iran e le sue forze militari in Iraq e Siria hanno preso di mira le truppe statunitensi con missili, razzi e mortai dal 2019. Questi attacchi sono stati la causa per cui nel gennaio 2020 l’ex presidente Donald Trump ha ordinato l’uccisione di Qassem Soleimani, Comandante dell’IRGC per le operazioni extraterritoriali.

Ghalibaf ha anche dichiarato che:questo parlamento è pronto a designare le forze armate europee nella regione come terroristiche“. Ha aggiunto che: “se l’IRGC viene designato “l’Europa pagherà un prezzo pieno per questo”.

La questione dell’elenco europeo dell’IRGC è emersa nelle ultime settimane quando il regime iraniano ha ucciso più di 500 persone durante le proteste popolari scaturite a settembre, dopo la morte di Mahsa Amini durante la custodia della polizia con l’hijab.

Gli iraniani hanno lanciato un movimento per chiedere ai politici europei di inserire l’IRGC come gruppo terroristico, poiché era responsabile della guida della maggior parte delle forze di sicurezza che hanno ucciso, mutilato e arrestato i manifestanti. La richiesta popolare ha avuto un certo successo e riunuto legislatori europei di vari gruppi e partiti.

La scorsa settimana, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che chiedeva a gran voce il Consiglio d’Europa a dichiarare la Guardia rivoluzionaria un’organizzazione terroristica.

Non era però scontato che l’Europa andasse realmente in contro a questo passo in maniera legale ma alcuni paesi come il Regno Unito hanno spinto molto per procedere in qualche maniera nella condanna delle guardie rivoluzionarie.

Le minacce provenienti dal regime iraniano hanno uno scopo deterrente che punta a infondere timore e paura, ma i funzionari iraniani sono consapevoli che nel concreto ci sono poche possibilità per l’Unione europea di classificare senza processo la Guardia rivoluzionaria.

È stato anche precisato nei giorni scorsi dal governo iraniano che: “Se l’UE si limita ad annunciare sanzioni parziali all’IRGC, il regime può quindi rivendicare la vittoria perché le sue minacce hanno funzionato.”

Domenica un membro del parlamento ha lanciato la minaccia, improbabile e discutibile, che l’Iran possa “limitare la navigazione per le navi europee” nello stretto di Hormuz del Golfo Persico.

Il commissario politico-ideologico dell’IRGC ha anche minacciato sì boicottare il flusso energetico dal Golfo Persico, una minaccia che i funzionari di Teheran, compresi gli ex presidenti, hanno fatto in alcune occasioni.

Il ministro degli Esteri Amir-Abdollahian aveva twittato, dopo la sessione parlamentare, che l’Europa approvando la risoluzione del parlamento contro l’IRGC “si è sparata ai piedi“. Inoltre, il ministro non ha neanche escluso la possibilità di ritirarsi dal Trattato di non proliferazione nucleare.

Oltre alla repressione violenta e mortale delle proteste, Teheran ha fornito alla Russia droni kamikaze utilizzati negli attacchi contro obiettivi civili ucraini. Molti politici europei vedono questo come un attacco all’Europa e insieme agli Stati Uniti hanno chiesto all’Iran di smettere di inviare armi alla Russia.

Il deterioramento dei legami sembra irrimediabile e anche molto meno probabile che l’Occidente riprenda i colloqui sul nucleare con Teheran, sospesi lo scorso settembre, dopo che gli Stati Uniti avevano respinto le richieste, definite obsolete ed estranee, di Teheran.

La reazione dell’Iran alle nuove imposizioni dell’Unione Europea

L’Ue aveva richiesto tramite il Consiglio, della scorsa settimana, di inserire le Guardie della Rivoluzione islamica all’interno della lista dei gruppi terroristici. La decisione è stata molto criticata dalle autorità iraniane e ha ricevuto anche un blocco direttamente dagli alti funzionari europei.

Il capo della politica estera ha specificato che: “l’Unione  europea non può elencare l’IRGC iraniano come entità terroristica fino a quando un tribunale dell’UE non avrà stabilito che lo sono”.

La Presidenza svedese dell’Ue ha affermato poche ore fa che: “i ministri dell’UE, tuttavia, lunedì hanno concordato un nuovo pacchetto di sanzioni contro l’Iran”.

Precisando inoltre in un tweet che: “I ministri hanno adottato un nuovo pacchetto di sanzioni contro l’Iran, prendendo di mira coloro che guidano la repressione. L’UE condanna fermamente l’uso brutale e sproporzionato della forza da parte delle autorità iraniane contro i manifestanti pacifici”.

Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanaani a Teheran aveva comunicato e sottolineato all’inizio della giornata, che il governo iraniano non è privo di opzioni se l’UE elenca l’IRGC come organizzazione terroristica. Ha aggiunto che qualsiasi mossa attuata contro  il corpo delle Guardie della Rivoluzione sarà considerata un atto ostile contro la sicurezza della Repubblica islamica e “i suoi risultati influenzeranno i trasgressori”.

I funzionari iraniani, apparentemente, preoccupati per una possibile mossa dell’UE a seguito del voto schiacciante del Parlamento europeo la scorsa settimana, hanno implicitamente minacciato l’Occidente di possibili conseguenze violente.

Il Parlamento europeo ha chiesto all’UE di inserire le Guardie Rivoluzionarie nell’elenco delle entità terroristiche, attribuendo alla milizia la feroce repressione delle proteste interne e della fornitura di droni alla Russia.

L’alto rappresentante dell’unione europea per gli affari Esteri Borrell ha dichiarato, appena arrivato alla riunione a Bruxelles, in merito all’inserimento delle Guardie della Rivoluzione nella lista che si tratta di: “qualcosa che non può essere deciso senza un tribunale, prima una decisione del tribunale. Non puoi dire che ti considero un terrorista perché non mi piaci”.

Ha spiegato inoltre che il tribunale di un membro dell’UE deve emettere una concreta condanna legale prima che l’UE stessa possa agire.

Qui si sono sollevate polemiche che sottolineano che in realtà sono stati attuati numerosi atti terroristici iraniani in Europa, dove i tribunali hanno, anche, incriminato alti funzionari. Inoltre, i precedenti dell’IRGC nell’organizzazione di attacchi altrove sono ben documentati. I critici e alcuni esperti di politica affermano che Borrell è concentrato sul riavvio dei colloqui sul nucleare con l’Iran dopo che il precedente lungo ciclo di negoziati nel 2021-2022 si è concluso lo scorso settembre senza successo.

Gli Stati Uniti hanno precisato che non stanno perseguendo il rilancio dell’accordo nucleare del 2015 e che la loro attenzione è  posta sul movimento popolare in Iran e anche sulla fornitura di droni kamikaze da parte di Teheran alla Russia.

L’IRGC è nato poco dopo la rivoluzione islamica del 1979 per proteggere il sistema di governo clericale sciita e fornire un contrappeso alle forze armate regolari.

Il corpo delle guardie rivoluzionarie conta circa 125.000 militari con unità dell’esercito, della marina e dell’aria. Ha potere anche sulla milizia religiosa Basij, ovvero il corpo paramilitare volontario fedele all’establishment clericale ,che molto spesso è utilizzata per reprimere le manifestazioni antigovernative.

I funzionari iraniani hanno sottolineato come la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock abbia più volte precisato l’importanza di inserire le Guardie Rivoluzionarie all’interno dell’elenco delle sanzioni. Ha affermato poi:Vediamo ancora in Iran un regime brutale contro la sua stessa popolazione. Il regime iraniano, le Guardie Rivoluzionarie terrorizzano la loro stessa popolazione giorno dopo giorno”.

Teheran ha anche arrestato diversi cittadini europei e continua a spingere il pedale contro chi rappresenta un punto di incontro con l’Occidente, come per esempio giornalisti e funzionari delle organizzazioni umanitarie. Proprio per queste motivazioni l’Unione Europea è diventata sempre più critica nei confronti della continua e violenta repressione iraniana nei confronti dei manifestanti.  Un altro problema sollevato che non è di certo da sottovalutare e il trasferimento di droni iraniani in Russia.

La diaspora iraniana in Europa è diventata politicamente più attiva da quando sono scoppiate le proteste popolari lo scorso anno e ha esercitato pressioni sui politici europei affinché agissero contro il regime clericale in Iran.

Iran, Pasdaran o Guardie della Rivoluzione – Nanopress.it

I diplomatici dell’UE hanno detto a Reuters la scorsa settimana che il Consiglio avrebbe aggiunto 37 nomi a una lista nera di persone ed entità iraniane a cui è vietato viaggiare in Europa e soggette a congelamento dei beni.

Il Parlamento europeo ha Invitato l’Ue ad andare oltre all’inserimento del corpo militare IRGC nelle organizzazioni terroristiche, incolpandolo per la repressione delle proteste, entrate ora nel loro quarto mese e la fornitura di droni per la guerra della Russia contro l’Ucraina.

Questa necessità di un processo che che deve seguire un iter istituzionale burocratico che va oltre alle impressioni personali seppur sostenute da reali e concrete azioni commesse dall’iran e dalle Guardie della Rivoluzione. Si tratta di seguire un processo che deve essere equo e paritario per tutti gli Stati globali.

Il malcontento nei confronti dell’Iran da parte delle Nazioni europee è peggiorato con l’esecuzione per impiccagione dell’ex ministro Akbari, che aveva cittadinanza sia iraniana che inglese. Per la Gran Bretagna il gesto di uccidere il funzionario accusandolo di essere una spia del Regno Unito, nonistante numerose richieste pervenute della Gran Bretagna che chiedevano di non farlo,  è stato un chiaro gesto che rivela la posizione del governo di Raisi nei confronti delle Nazioni europee.

Ma, secondo le autorità iraniane, la decisione è stata presa all’interno delle istituzioni e del governo in maniera unanime, in quanto il soggetto, anche se con doppia cittadinanza, metteva a rischio la Nazione e ha preso nettamente posizione contro le istituzioni in Iran. Una risposta pervenuta da poche ore che sicuramente alzerà nuovamente polemica e nervosismo attorno una vicenda che ha indignato a livello globale.

 

 

Letizia De Rosa

Mi chiamo Letizia De Rosa, ho 35 anni e per molto tempo ho lavorato nell'ambito della mediazione finanziaria e immobiliare. Amo la natura e il suo potere rigenerante. Sono curiosa e ho, da sempre, fame di conoscenza e proprio per questo approfondisco minuziosamente ogni argomento negli ambiti più disparati. Imparare e conoscere è un punto focale della mia vita e ho sfruttato, così, un momento di difficoltà personale per dare finalmente un ruolo concerto alla mia più grande passione ovvero la scrittura, creando un connubio perfetto tra la penna e tematiche che mi appassionano come la geopolitica e i rapporti internazionali e diplomatici. Questo mi ha permesso, con grande orgoglio e dopo aver acquisito anni di esperienza, di occuparmi su Nanopress.it proprio di ciò che amo di più ovvero di news e dinamiche estere, comprese le relazioni tra Stati.

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