A Napoli, il teatro Trianon Viviani ha manifestato pacificamente per Mahsa Amini, la giovane iraniana morta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale a Teheran. Ecco com’è andata la protesta.
In queste settimane, non si parla d’altro che dell’ingiusta morte di Mahsa Amini, iraniana di 22 anni morta dopo poche ore dall’arresto avvenuto per ordine della polizia morale.
Ieri sera, a Napoli, la patria del teatro si schiera e protesta pacificamente in ricordo della giovane, contro le violenze sulle donne dell’Iran, che in questi giorni stanno scendendo in piazza a manifestare.
Sono tante le manifestazioni pacifiche che si stanno susseguendo nel nostro Paese per Mahsa Amini, la ragazza iraniana che a Teheran è stata arrestata dalla polizia morale per una ciocca di capelli fuori posto.
Portata in centrale, si dice sia stata torturata e maltrattata, fino a entrare in coma. Dopo poche ore, all’ospedale, è morta. In Iran donne e uomini sono scesi in piazza, tante le vittime e i feriti, mentre il governo iraniano oscura ogni notizia all’occidente.
Anche a Napoli ieri sera c’è stata una protesta pacifica al Teatro Trianon Viviani, con la direzione artistica di Marisa Laurito, che ha invitato il suo pubblico prima dello spettacolo a depositare una ciocca di capelli in ricordo di Mahsa, per appoggiare le donne iraniane.
Marisa Laurito ha specificato che non solo questa è stata una protesta per Mahsa, ma per tutte le donne dell’Iran che non sono libere di vivere come vogliono a causa della dittatura nel loro Paese.
La protesta del Teatro napoletano è stata condivisa anche dalla Casa Internazionale delle Donne, insieme a le Kassandre, associazione culturale che si schiera contro la violenza sulle donne e di genere.
Non è solo l’Italia che sta manifestando e spalleggiando tutte le donne dell’Iran: infatti, in tantissime piazze del mondo ogni giorno le persone scendono in cortei pacifici, per dare voce alle vittime dei soprusi.
Ieri, 1 ottobre, ci sono state almeno 150 proteste in tutto il mondo, tra cui Tokyo, Parigi, Londra e tante altre tra le città principali.
Intanto, la famiglia di Mahsa ha denunciato le guardie della polizia morale che hanno arrestato la figlia, mentre in Iran continuano le ribellioni contro la dittatura.
Sono stati ben 3000 gli arresti e più di 70 persone hanno perso la vita negli scontri, ma quanto pare la lotta per la libertà non intende fermarsi.
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