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Invecchiamento attivo: presentato in Senato il Manifesto dell’Intergruppo parlamentare

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Gli esperti che fanno parte dell’Intergruppo parlamentare per l’invecchiamento attivo hanno presentato, poco prima di Natale, un manifesto che è un vero e proprio appello rivolto alla prossima legislatura, affinché “prenda in eredità le attività parlamentari già avviate e persegua gli obiettivi da raggiungere nel futuro con politiche e misure efficaci per proseguire nel percorso virtuoso per il miglioramento della solidarietà intergenerazionale e della condizione globale” degli anziani.

Lucio Romano, coordinatore dell’Intergruppo parlamentare sull’invecchiamento attivo, ha spiegato alcuni dei punti fondamentali presenti nel manifesto presentato al Senato poco prima dello scioglimento delle Camere, lo scorso dicembre. I più importanti dei quali sono: attenzione alla salute, integrazione sociale, superamento della marginalizzazione e diritto alla vaccinazione per i 65enni.

Gli anziani in Italia sono 13,2 milioni in Italia, il 21,7% della popolazione (fonte Istat 2017), per questo: “Occorrono proposte interdisciplinari, dove la dimensione sociale vada a incontrare anche quella sanitaria. Parlare di invecchiamento attivo – ha sottolineato Lucio Romano – non significa semplicemente pronunciare un’espressione che può essere evocativa sotto il profilo emotivo. E’ un impegno di cui la politica si deve far carico a livello sociale. Credo che dalla prossima legislatura una delle prime attività da parte di chi verrà eletto debba essere quella di rappresentare nelle maniera più forte queste esigenze, di dare delle risposte compiute a livello sociale, economico e soprattutto a livello di integrazione”.

Ma uno dei punti fondamentali è la differenza di approccio tra Nord e Sud del Paese. Non a caso, “Tra le maggiore criticità – ha aggiunto Romano – emerge una diversità di assistenza a livello regionale, che è molto diversificata e, quindi, non rappresenta in maniera uniforme il modo migliore di venire incontro a quelle che sono le esigenze degli anziani, e dare loro delle risposte. C’è bisogno anche di una legge quadro che possa analizzare il tutto in una maniera abbastanza razionale – evidenzia – Abbiamo gettato delle basi, e credo che la prossima legislatura debba avere la responsabilità di dare risposte concrete”.

Vittoria D’Incecco, coordinatrice per la Camera dell’Intergruppo parlamentare per l’invecchiamento attivo, ha aggiunto: “Il nostro obiettivo è creare una continuità istituzionale che possa garantire, con servizi e risorse, delle maggiori possibilità per il benessere degli anziani. Dobbiamo rendere queste persone possibilmente più autonome, capaci di non essere un peso per la società. L’adozione di stili di vita salutari, una vita di relazione e il ricorso agli strumenti più efficaci per la prevenzione sono la premessa più significativa per una vita in salute. Dobbiamo agire sulla prevenzione”.

E fare in modo che la campagna vaccinale sia diffusa e conosciuta: “E’ un elemento di valorizzazione dell’impegno della politica il mettere a sistema le risposte migliori sviluppate sul territorio, così da contribuire ad abbattere odiose disuguaglianze – prosegue D’Incecco – L’introduzione del Piano nazionale di prevenzione vaccinale all’interno dei Lea va in questa direzione. Da quest’anno, tutti i cittadini vedono riconosciuto il proprio diritto a sperare in una terza età in salute, mettendosi al riparo da malattie evitabili”.

Michele Conversano, presidente di HappyAgeing ha poi voluto ricordare che: “Il diritto alla vaccinazione parte innanzitutto dalla corretta informazione. Dobbiamo ribadire il diritto alla vaccinazione preventiva che, nel caso di quella antinfluenzale va ripetuta ogni anno, mentre in altri casi si fa addirittura soltanto una volta per tutta la vita, come nella vaccinazione contro la polmonite batterica da pneumococco. Questo è un importante risultato che si aggiunge a quelle dell’ingresso della vaccinazione contro l’Herpes zoster nel calendario vaccinale a partire dall’anno prossimo”.

“Ma l’impegno non è finito. Bisogna far partire delle politiche, delle strategie vaccinali di chiamata attiva, che possano raggiungere tutta la popolazione. Questo è possibile – avverte Conversano – solo con il coinvolgimento di tutti gli attori della sanità. La formazione degli operatori sanitari e l’informazione degli utenti può essere quella risorsa che ci potrà proteggere da malattie gravissime. Di polmonite muoiono oltre 8mila anziani in Italia, un numero più alto di quello dei decessi per incidenti stradali. Oggi le vittime di polmoniti batteriche si possono prevenire grazie a un vaccino da somministrare una sola volta nella vita per tutti gli anziani con 65 anni. Questo – conclude l’esperto – sarà il nostro impegno anche per gli anni futuri”.

In collaborazione con AdnKronos

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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