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Categories: Cultura

Il vocabolario di William Shakespeare trovato da due antiquari di New York

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Avete sempre sognato di scrivere come William Shakespeare? Magari potete accontentarvi del suo vocabolario: nel giorno della nascita e della morte del Bardo – avvenute rispettivamente il 23 aprile 1564 e lo stesso giorno del 1616 – arriva la notizia che due librai antiquari di New York ritengono di aver ritrovato il vocabolario della lingua inglese utilizzato dal celebre drammaturgo, con tanto di annotazioni autografe dello scrittore.

Di William Shakespeare sappiamo poco o nulla, per alcuni era il nome d’arte di una donna di origine ebraica (tale Amelia Bassano Lanier, di origini vagamente italiane), per altri sarebbe addirittura una nobildonna – due le identità favorite, Mary Sidney, contessa di Pembroke, se non addirittura la regina Elisabetta I, per altri ancora era un uomo sempre nobile – gli indiziati maggiori sono Edward de Vere, 17º conte di Oxford, colto nobiluomo della corte elisabettiana, o William Stanley, sesto Conte di Derby, genero di Edward de Vere – se non addirittura cattolico.

A prescindere da speculazioni e teorie più o meno campate in aria, qualcuno che ha scritto capolavori immortali quali “Sogno di una notte di mezza estate“, “Macbeth“, “Amleto” e “Romeo e Giulietta” è però esistito e per scrivere sonetti e opere teatrali (trasposte anche in musical) ha qualche volta avuto bisogno di un ‘aiutino’, per trovare sinonimi e contrari o il significato di una parola: ebbene, il vocabolario di Shakespeare sarebbe nelle mani di due librai antiquari di New York, Daniel Wechsler e George Koppelman, che qualche anno fa hanno comprato “Alvearie or Quadruple Dictionarie“, un dizionario stampato a Londra nel 1580 pagandolo oltre 4.000 dollari.

Il vocabolario di Shakespeare è stato acquistato il 28 aprile del 2008 sul famoso sito eBay, e in questi sei anni i due antiquari – come raccontato nel libro “Shakespeare’s Beehive: An Annotated Elizabethan Dictionary Comes to Light“, in vendita da oggi negli Stati Uniti (ma l’anticipazione della scoperta sarà pubblicata anche in un articolo del The New Yorker del 28 aprile) – hanno studiato con particolare attenzione il volume, chiedendo anche pareri a diversi e autorevoli specialisti del drammaturgo inglese. Al termine delle ricerche, essi ritengono di aver trovato tracce dell’uso del dizionario da parte di Shakespeare e di aver identificato tra le pagine anche le lettere “S” e “W”, che confermerebbero l’uso del volume da parte del celebre poeta.

Fulvia Leopardi

Fulvia Leopardi è stata collaboratrice di Nanopress dal 2014 al 2018, occupandosi principalmente di temi relativi all'ambito dello spettacolo, della televisione, della cultura.

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