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Cronaca

Il Papa in Canada implora il perdono

Il Papa  in Canada per il suo viaggio definito un pellegrinaggio penitenziale. Incontrando, oggi, le popolazioni indigene di quella Nazione ha implorato il perdono ed ha ribadito la sua voglia di riconciliazione. 

Bergoglio incontra indigeni in Canada-Nanopress.it

Ha implorato il perdono di Dio Papa Francesco dichiarandosi, profondamente addolorato, ed ha pregato con i natii americani per la riconciliazione. Il Pontefice ha ribadito in più occasioni che essere li di presenza era importante. Era necessario per lui affinché potesse manifestare la sua vicinanza anche fisica e non solo spirituale potendo, così, pregare insieme a loro.

E’ il trentasettesimo viaggio Apostolico quello di Francesco in terra canadese. La sua permanenza prevista è di sei giorni. Saranno almeno quattro le tappe del Papa in quella Nazione.

Il Papa in Canada il perché del viaggio

Una viaggio voluto fortemente dal rappresentante della Chiesa. Il Pontefice stesso lo ha definito un pellegrinaggio penitenziale.

Sono stati i Vescovi ad invitarlo.  Alcuni rappresentanti dei popoli indigeni avevano incontrato, poi il il Papa di persona. Non ci ha pensato su due volte, a seguito di quelle testimonianze, pianificando il suo viaggio. Addolorato e pieno di vergogna per le angherie che il popolo dei natii americani ha dovuto subire così ha descritto il suo stato d’animo.

Pochi gli appuntamenti del Papa, infatti, del resto tutti conosciamo le condizioni critiche della sua gamba destra, sono principalmente gli incontri con gli autoctoni, quindi, a caratterizzare questo viaggio, anzi pellegrinaggio.

L’incontro di sua Santità con le popolazioni indigene è avvenuto a Maskwacis (ne seguiranno altri). A bordo di una Fiat 500L bianca il Papa si è presentato così a quello che è stato subito una ammissione di responsabilità e di vergogna per quanto subito dalle popolazioni indigene.

Papa Francesco implora perdono-Nanopress.it

Gli orrori principali, nei confronti delle popolazioni natie, venivano, di fatto, compiuto nelle scuole residenziali governative e queste erano quasi in maniera esclusiva gestite dalla Chiesa Cattolica.

Politiche di assimilazione venivano denominate ma erano, nella realtà dei fatti, i soprusi e le angherie che gli autoctoni dovevano subire, colonialismo, razzismo.

La politica di queste presunte scuole era basata su nozioni di superiorità razziale, culturale e spirituale alle quali bisognava piegarsi altrimenti si veniva spezzati.

Solo poco tempo fa sono state ritrovate tombe anonime con centinaia di resti di bambini riportati alla luce tra l’indignazione generale.

L’incontro con gli indigeni

Dinanzi a tutto questo orrore Papa Francesco non è rimasto indifferente. E’ voluto recarsi di persona, nonostante i problemi fisici, per una opera di riconciliazione con queste popolazioni indigene o, almeno, con le poche testimonianze che rimangono di loro.

Il Papa in Canada nell’incontro ha poi detto che bisogna fare memoria il che significa non dimenticare le ingiustizie che questi popoli hanno dovuto subire ma, anche, che siamo noi oggi a poter trarre insegnamento da qualche loro usanza e cultura.

Un vero e proprio mea culpa da parte del Pontefice. Il quale afferma che le sue scuse sono solo un punto di partenza, non bastano a cancellare tutto l’orrore, sul quale si dovrà fare con delle ricerche approfondite luce e chiarezza.

Gli indigeni presenti all’incontro con Bergoglio attraverso le parole di uno dei loro capi hanno espresso gratitudine al Papa per essere li di persona dopo aver affrontato un lungo viaggio. Si sono, altresì, augurati che le parole del Papa e le sue ammissioni possano essere l’auspicio di una vera e propria guarigione per molti.

Rocco Grimaldi

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