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Il governo ha ritirato l’emendamento contro il caro affitti

L’emendamento presentato nel decreto P.a., ritirato dal governo, avrebbe sbloccato 660 milioni destinati agli alloggi degli studenti. La commissione esaminerà nuovamente il decreto nel corso della settimana. Intanto piovono critiche dall’opposizione: “La propaganda della destra si sfalda alle prove dei fatti”.

Torino, studenti in tenda davanti al rettorato – Nanopress.it

La proposta era stata presentata all’interno del decreto della Pubblica Amministrazione. Marcia indietro del governo sul caro affitti, con una manovra che avrebbe sbloccato 660 milioni di euro per gli affitti degli studenti. Dure le reaziioni da parte dell’opposizione che parla di “clamorosa figuraccia da parte del governo Meloni“. Il Mur prova a placare le polemiche: “Nessuna retromarcia, rimane la volontà del governo di intervenire sull’housing universitario”. Nazario Pagano informa che, dopo il ritiro deciso nella giornata di oggi, l’emendamento verrà discusso nuovamente dalla commissione durante la settimana.

Caro affitti, il governo ritira l’emendamento da 660 milioni di euro

Secondo quanto affermato dal presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, il governo ha deciso di ritirare l’emendamento da 660 milioni di euro per il caro affitti presentato nel decreto Pubblica Amministrazione. Lo riferisce Nazario Pagano (Forza Italia) all’Ansa. Il presiedete della Commissione nella mattinata di oggi ha esaminato il decreto in commissione lavoro, annunciando il ritiro dell’emendamento.

La maggioranza si giustifica di tale decisione parlando del rischio di inammissibilità per estraneità di materia. Il decreto, tra norme su Inps, Enti Lirici e Inail tra gli altri, verrà esaminato nuovamente in Commissione Affari costituzionali, così come dalla Commissione di Bilancio a Montecitorio.

La modifica era stata approvata giovedì in consiglio dei ministri, accostata al rafforzamento della pubblica amministrazione, insieme alla modifica sulla parità di genre sugli appalti poi dichiarata inattuabile. Un ritiro che sarebbe servito per evitare che anche questa modifica potesse fare la stessa fine.

Proprio per i prezzi folli degli affitti nelle città universitarie, gli studenti nelle scorse settimane avevano iniziato una protesta, dormendo in tenda davanti ai rettorati. In tantissime città, tra Bologna, Torino, Roma, Milano – dove è partita la protesta – ma anche Pavia, Firenze, Perugia e Cagliari. Dal nord al sud, migliaia di studenti davanti agli atenei hanno protestato per gli affitti, con il governo rimasto fino a questo momento a guardare. Anzi, arriva adesso anche una marcia indietro significativa che sicuramente innescherà ulteriori reazioni da parte dei giovani in difficoltà che hanno deciso di scendere in piazza per scuotere l’opinione pubblica sul delicatissimo tema.

Silvestri, Cinque Stelle: “Clamorosa figuraccia per il governo Meloni”

Arrivano intanto le prime reazioni da parte dell’opposizione. Ne fa cenno la vicepresidente del Pd, su Twitter, che si scaglia sulla “propaganda” della destra. Un governo che “Si sfalda alla prova dei fatti quando c’è da essere concreti” dice Chiara Gribaudo: “La loro idea di Paese, donne e studenti nelle tende”.

Torino, studentesse studiano in tenda davanti al rettorato – Nanopress.it

Il capogruppo alla Camera del Movimento Cinque Stelle ha invece parlato di “clamorosa figuraccia per il governo Meloni”. L’ennesima, dice Francesco Silvestri, che sottolinea come dopo gli annunci sui 660 milioni pronti da destinare al caro affitti, sia arrivato ancora un diefront: “In commissione l’esecutivo ha ritirato il suo emendamento con il quale dare supporto agli studenti costretti a pagare costi esorbitanti per un letto“. Parla di bluff Silvestri, che sottolinea come le “nuove risorse” annunciate dal governo altro non erano che risorse già presenti nel Pnrr. Dunque doppia beffa, e doppia figuraccia fa notare il capogruppo dei pentastellati: “Purtroppo il governo sceglie di vivere di sola retorica, ma al Paese serve la sostanza“.

E ancora il vicesegretario di Azione, si scaglia contro la maggioranza e la decisione del ritiro dopo l’annuncio di pochi giorni fa dei 660 milioni pronti per aiutare gli universitari. Un brutto segnale, dice Mariastella Gelmini, per gli studenti fuorisede e per le loro famiglie che in questo ultimo mese si erano riuniti per chiedere ai vertici del governo una mano sulla questione dei prezzi di case e posti letto. “Ci aspettiamo che il governo presenti questo emendamento”.

A smorzare i toni ci ha pensato il Mur che parla di un governo ancora intenzionato a procedere con le risorse per il caro affitti. Il ministero dell’Università infatti predica calma e rettifica: “Non si tratta di una retromarcia”. La decisione di ritirare l’emendamento sarebbe arrivata “Dal confronto con le Commissioni parlamentari competenti. E’ emersa l’opportunità di convogliare i contenuti dell’emendamento 9.33 nel decreto-legge n. 51/2023, piuttosto che nel decreto-legge n. 44/2023, per questioni di attinenza materiale“.

Lo stesso Pagano come detto ha fatto sapere che, dopo la pioggia di critiche, l’emendamento verrà ripresentato sul decreto delle norme ad hoc su Inps, Inail e altri enti. Questa settimana dunque, un’altra volta la commissione esaminerà il decreto.

Antonio Meli

Classe 1993, laureato in comunicazione e lingue, e in giornalismo, tra Siena e Roma. Appassionato di cinema, musica, storia e spettacolo. Mi piace scrivere e criticare.

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