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Categories: Tecnologia

Il drone falco che scaccia i volatili da aeroporti e campi coltivati

Si chiama ProHawk UAV e sarà il nemico numero uno di stormi di uccelli che si trovano a volare in luoghi troppo pericolosi per loro stessi e per gli umani: Hawk significa Falco ed è un drone che volerà in prossimità degli aeroporti per evitare incidenti potenzialmente pericolosissimi. Fino a oggi solitamente si sono usati falchi veri, opportunamente addestrati, ma per una resa più efficace si potrebbero utilizzare questi speciali quadricotteri. A differenza degli altri modelli, infatti, sfrutterà tutta una serie di espedienti per rendersi temuto e rispettato dai volatili in piume ed ossa. Scopriamo come funziona.

Radiocomandabile, ProHawk UAV (Velivolo Senza Pilota) sarà anche e soprattutto in grado di agire sfruttando un programma di volo autonomo. Come ci riesce? Semplice, attraverso una serie di sensori che gli consentono di poter da un lato individuare una “preda” e dall’altra di farla scappare e così allontanare da un perimetro di pericolo. L’applicazione migliore è quella degli aeroporti, che spesso e volentieri vedono stormi di uccelli andare a scontrarsi con aerei in decollo o atterraggio: se i pennuti vengono risucchiati dai motori si rischia davvero grosso.

È vero, si utilizzano dissuasori sonori che riproducono i versi tipici dei rapaci e si utilizzano anche rapaci veri e propri, ma può non essere sufficiente. E così la società nordamericana Bird-X ha messo a punto questo modellino che da fuori assomiglia in tutto e per tutto un normale drone, ma che nasconde al proprio interno un compartimento tech dedicato e personalizzato alla causa e utilizzabile ad esempio anche in campi da golf, coltivazioni di ortaggi, vigneti e quant’altro tema uccelli indesiderati. Che ovviamente saranno allontanati senza maltrattamenti di sorta.

In fibra di carbonio, ProHawk UAV include è stato progettato per rassomigliare visivamente a un rapace e può emettere anche i suoi suoni caratteristici. Potrà decollare, volare, allontanare e riatterrare in completa autonomia oppure dietro comando. Un’idea davvero interessante.

Diego Barbera

Diego Barbera è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2018. Si è occupato di tecnologia, sport, cronaca.

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