Il Consiglio di Stato boccia il decreto ministeriale sul canone Rai. L’organo costituzionale osserva che il testo del Ministero dello Sviluppo non presenta una “definizione di apparecchio tv”, né specifica che il canone va pagato una sola volta anche se si hanno più televisori in casa. Ulteriore mancanza all’interno del decreto è la specifica che si deve pagare solo se si è in possesso di una tv che riceve i programmi in modo diretto “oppure attraverso il decoder”. Il Consiglio di Stato lamenta anche la mancanza di una regolamentazione in materia di privacy , indispensabile vista la mole di dati che verranno scambiati da “enti coinvolti (Anagrafe tributaria, Autorità per l’energia elettrica, Acquirente unico, Ministero dell’interno, Comuni e società private)”
Per legge il Consiglio di Stato deve dare un parere sull’atto e così è stato, in negativo. Una critica che non è vincolante e che non comporta alcun cambiamento nella nuova disposizione che prevede l’inserimento della tassa sulla tv nella bolletta della luce. In base al parere del Consiglio di Stato risulta lacunoso anche il capitolo riguardante la dichiarazione che bisogna inviare all’Agenzia delle Entrate per attestare di non avere il televisore – una critica che arriva a pochi giorni dalla scadenza di presentazione del modulo – unito a quello in cui si attesta chi invece deve pagare l’imposta. In fine il Consiglio di Stato denuncia l’assenza di una campagna informativa al riguardo fondamentale in questo specifico caso. Il Ministero dell’Economia ha preso atto delle critiche del Consiglio di Stato, ma è evidente che nulla cambierà.
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