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Governi tecnici italiani: elenco e bilancio delle esperienze precedenti

Conoscete l’elenco dei governi tecnici italiani della storia della Repubblica? Ora che si è chiuso il Referendum Costituzionale con la vittoria del ‘no’ e che Renzi ha rassegnato le sue dimissioni da Presidente del Consiglio, è altamente probabile che si vada incontro all’ennesimo governo tecnico. E’ infatti piuttosto difficile che si possa andare immediatamente al voto, come alcune parti della politica hanno invocato. Esistono invece già dei nomi dei possibili reggenti del nuovo governo temporaneo. Per comprendere al meglio ciò che ci aspetta, vale la pena fare un salto indietro nella storia del Bel Paese e ripercorrere le tappe dei precedenti governi tecnici: il primo risale addirittura al 1953 e fu retto da Giuseppe Pella, l’ultimo invece è stato quello di Mario Monti e risale soltanto a tre anni fa. Scopriamoli tutti.

GOVERNO PELLA – 8° DELLA REPUBBLICA) 

Il Governo Pella è stato il primo esperimento di governo non politico della storia della Repubblica. Per ripercorrerne le fila dobbiamo fare un grande salto nel passato, precisamente all’estate del 1953: appena svanita l’ipotesi della legge maggioritaria (la famosa ‘legge truffa’), la situazione politica era tesissima, così il presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, senza nemmeno consultare i partiti, diede a Giuseppe Pella, ex Ministro del Tesoro Dc, il compito di formare un Governo temporaneo che potesse calmare le acque. Nato esplicitamente come un governo di breve durata per la sola approvazione della legge di Bilancio, cadde dopo solo 5 mesi. Pella, nel corso del suo breve mandato, rischiò di scatenare una crisi internazionale, inviando al confine goriziano l’esercito e la marina per osteggiare con forza i movimenti di Yosif Broz, il maresciallo Tito, che dalla Jugoslavia minaccia la frontiera italiana. Intervenne immediatamente l’estrema destra Dc che liquidò in un lampo il primo governatore tecnico d’Italia.

GOVERNO CIAMPI – 50° DELLA REPUBBLICA 

Il secondo governo tecnico prese forma, dopo la crisi del Governo Amato, in un momento in cui l’Italia era schiacciata dal peso di Tangentopoli e dalla crisi economica. Fu allora, nell’aprile del 1993, che il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, diede l’incarico al Governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi,. Questo fu il primo governo del Paese a essere guidato da un non parlamentare e ad avere diversi Ministri non politici, come ad esempio il Ministro della Giustizia, Giovanni Conso, e il ministro del Bilancio, Luigi Spaventa. Proprio per questa sua peculiarità venne anche definito il ‘Governo dei professori’.

Ebbe una durata di un anno e 12 giorni: fu un governo che mise a segno diverse operazioni, ma fu anche teatro di numerosi incendi dolosi e alcuni attentati terroristici, che colpirono Firenze, Roma e Milano. Venne approvata la riforma della legge elettorale (Mattarellum), la riforma dell’immunità parlamentare e continuarono le inchieste di Tangentopoli. Inoltre, Ciampi garantì il mantenimento del sistema sanitario unitario, modificando il d.l. 502/1992 del 30 dicembre 1992, varato dal precedente governo Amato in materia di ASL, che prevedeva l’istituzione di un sistema sanitario parallelo, fatto di assicurazioni e mutue volontarie, alternativo al servizio sanitario nazionale.

Con una nuova legge elettorale, la presenza in Parlamento di molti inquisiti, la fine della Dc e la discesa in campo di Silvio Berlusconi, Scalfaro sciolse le Camere. Le elezioni furono poi vinte proprio da Berlusconi.

GOVERNO DINI – 52° DELLA REPUBBLICA 

Nel 1994, dopo la caduta del Governo Berlusconi, il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, diede all’ex Ministro del Tesoro di Berlusconi ed ex direttore generale di Bankitalia, Lamberto Dini, il compito di creare un nuovo governo tecnico. Fu composto esclusivamente da Ministri tecnici e fu impegnato principalmente nella riforma delle pensioni e di due importanti leggi finanziarie. Fu uno dei governi più genuinamente burocratici della storia della Repubblica. Nel gennaio 1996, Dini lasciò le redini del potere dopo un anno esatto, a quel punto Scalfaro, dopo diverse consultazioni, affidò un nuovo incarico ad Antonio Maccanico, che però non fu in grado di formare alcun Governo. Si andò così alle elezioni, che furono vinte da Romano Prodi.

GOVERNO MONTI – 61° DELLA REPUBBLICA 

Silvio Berlusconi fu costretto a dimettersi in un momento estremamente delicato per il Paese: in conseguenza di una bufera finanziaria che aveva investito i conti pubblici italiani, lo spread era arrivato a 575 punti e la maggioranza si era spaccata. Mario Monti fu incaricato da Giorgio Napolitano di formare un governo tecnico, soltanto quattro giorni dopo la sua nomina a senatore a vita. In soli cinque giorni, indicò i nomi di tutti ministri (nessuno di loro era un politico) e ottenne la fiducia delle Camere, con un’ampia maggioranza. Il governo di Monti è durato un anno e 5 mesi, durante i quali ha avuto il merito di attuare un’importante opera di risanamento dei conti pubblici, con una legge anti-crisi, che comprendeva anche la riforma delle pensioni e numerosi provvedimenti economici. Una volta votata la legge finanziaria per il 2013, Monti rassegnò le sue dimissioni.

GOVERNO AMATO – 49° DELLA REPUBBLICA 

Il Governo Amato lo abbiamo inserito alla fine, perché non tutti sono concordi sul definirlo un vero e proprio governo tecnico. E’ nato nel 1992, per volontà del Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, in un momento per l’Italia di grave crisi finanziaria e di shock per Tangentopoli. Fra i provvedimenti principali che Amato ha attuato durante il suo governo di 304 giorni, si annoverano una manovra finanziaria da 100.000 miliardi di lire, la più importante dal dopoguerra, e il prelievo forzoso del 6% dai conti correnti delle banche italiane, nella notte di venerdì 10 luglio 1992. Fu legittimato con decreto d’urgenza pubblicato alla mezzanotte tra il 10 e l’11 luglio.

Beatrice Elerdini

Beatrice Elerdini è stata una collaboratrice di Nanopress dal 2014 al 2019, occupandosi di cronaca e attualità. Degli stessi argomenti ha scritto su Pourfemme dal 2018 al 2019.

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