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Gli ausiliari del traffico possono fare multe?

Li vediamo lungo le strade delle nostre città, e non di rado mandiamo loro imprecazioni: sono gli ausiliari del traffico, addetti che lavorano per conto degli enti locali oppure di società private che offrono un lavoro di supporto nella gestione e regolazione del traffico urbano. Ma perché sono oggetto di altrui imprecazioni? Molto semplice, perché gli ausiliari del traffico fanno multe spesso con una solerzia e uno zelo superiore a quelli mostrati dai vigili urbano o dalla polizia stradale, verrebbe da dire quasi con sadica gioia, a voler essere maligni. Ma gli ausiliari del traffico possono fare multe? Ci sono delle limitazioni al loro agire? E se e quando conviene fare ricorso? Proviamo a capire un po’ di più chi sono e quali multe possono fare gli ausiliari del traffico.

Ausiliari del traffico: chi sono?

Fondamentalmente esistono tre tipi di ausiliari del traffico:

 

  • Dipendenti pubblici reclutati tramite bando concorsuale, che fanno capo a Comune, Regione o alla Polizia Municipale
  • Dipendenti assunti da società private che gestiscono aree di parcheggio a pagamento
  • Dipendenti di aziende per il trasporto pubblico

La confusione tra questi tre tipi diversi di ausiliari del traffico ha portato alla comminazione di multe che non sempre erano di competenza di questa categoria di lavoratori, suscitando non poco le ire degli automobilisti e dei motociclisti.

Quali multe possono fare gli ausiliari?

E qui veniamo alla questione dirimente, su cui si è pronunciata anche la Corte di Cassazione nel 2016 con la sentenza n. 2973: gli ausiliari del traffico dipendenti di concessionarie della gestione di aree parcheggi o di società per il trasporto pubblico possono fare multe solo per divieto di sosta, più dettagliatamente per contravvenzioni riguardanti parcheggi sulle strisce blu senza ticket o su quelle gialle se non autorizzati. La confusione in merito è stata alimentata in parte dai Comuni e gli altri enti locali, che hanno conferito agli ausiliari della strada poteri più ampi attraverso deleghe, ma anche a delle sentenze contrastanti dei giudici, che fino a prima della sentenza della Cassazione hanno aumentato la patina di opacità intorno alla questione: eppure il Codice della Strada parla chiaro, all’art.12 afferma che il potere degli ausiliari è limitato allo specifico servizio per cui sono stati assunti, e la facoltà di delega prevista dalla legge 127/1997, che assegna ai Comuni la facoltà di attribuire, mediante apposite delibere nominative, un potere sanzionatorio riguardo la circolazione stradale anche ad altri dipendenti comunali oltre i vigili, non può oltrepassare suddetto limite.

Pertanto gli ausiliari del traffico possono intervenire solo in caso di violazione delle regole riguardo i parcheggi a pagamento, così come gli ispettori delle aziende di trasporto pubblico possono intervenire solo per violazioni delle corsie riservate ai mezzi pubblici. Per altri tipi di infrazioni è necessaria la presenza di un vigile, altrimenti la multa è da considerarsi nulla.

Come fare ricorso contro le multe?

Dal punto di vista giuridico, tra multa e costi di notifica all’automobilista può rappresentare davvero un salasso l’infrazione sanzonata, e pertanto da un punto di vista ideale sarebbe giusto e doveroso fare ricorso rivolgendosi alle autorità preposte, spesso a livello economico non conviene contestare le multe dell’ausiliare del traffico. Infatti per fare ricorso bisogna comunque spendere una cifra in cui rientrano le spese obbligatorie per il contributo unificato e le marche da bollo, cifra che non di rado costa meno del pagamento della multa contestata. Per chi volesse comunque optare per questa scelta, per fare ricorso contro le multe degli ausiliari del traffico bisogna impugnarle davanti al giudice di Pace oppure il prefetto, come esplicitamente indicato nel verbale, entro 30 giorni nel primo caso oppure 60 nel secondo.

Giulio Ragni

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