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Gli attacchi della magistratura al governo Renzi

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A sentire parlare il senatore verdiniano Vincenzo D’Anna, è in corso un’offensiva contro il presidente del Consiglio Matteo Renzi e contro il governo, da parte della magistratura, tanto che ad Affaritaliani racconta: ”Registro una cosa al di là degli eventi specifici. Chiunque in Italia si proponga di cambiare le cose, di riformare il Paese, di toccare privilegi e nicchie di comodità, insomma tutto quello che ci ha portato in braghe di tela, ivi compreso i poteri inconferenti e irresponsabili che godono di franchigie tali da non rispondere né dei propri abusi né dei propri errori, viene colpito da una parte della magistratura”.

La lotta tra i poteri dello Stato non sembra avere una fine, anche se Renzi prova a smorzare i toni accesi del dibattito che lo vedono protagonista centrale della discussione riaccesa sopratutto dopo l’intervento del presidente dell’Anm Piercamillo Davigo: ”Il rapporto tra politici e magistrati deve essere molto semplice: il politico rispetta i magistrati e aspetta le sentenze. Il magistrato applica la legge e condanna i colpevoli. Io rispetto i magistrati e aspetto le sentenze. Buon lavoro a tutti”, si legge infatti nella newsletter inviata ai sostenitori del partito democratico.

Nella newsletter il premier e segretario Pd scrive anche: ”Tutti i giorni leggo polemiche tra politici e magistrati. Un film già visto per troppi anni. Personalmente ammiro i moltissimi magistrati che cercano di fare bene il loro dovere. E anche i moltissimi politici che provano a fare altrettanto”. Ma non mancano frecciate critiche da parte, ad esempio, di Beppe Grillo, che intervenendo sul blog si schiera dalla parte del giudice Davigo: ”Davigo non è contro il governo, è contro i corrotti: se le cose coincidono la colpa non è di Davigo”, anche se i toni delle dichiarazioni del segretario generale dell’Anm Francesco Minisci restano decisamente bassi: ”L’Associazione Nazionale Magistrati non intende alimentare lo scontro, avendo come unico obiettivo quello del funzionamento del sistema giudiziario. Sarà un interlocutore istituzionale rigoroso e determinato senza fare sconti, ma l’Anm non ha nemici”, dice Minisci, che aggiunge: ”Non avevamo dubbi che le affermazioni del presidente Davigo, come da lui stesso opportunamente precisato, non avessero alcun intento di generalizzazione, ma si riferissero a specifici fatti accaduti e provati”. Ma cosa ha detto Davigo? E quali sono i presunti attacchi da parte della magistratura a Renzi e al suo governo? Riassumiamoli brevemente.

L’ARRESTO DI SIMONE UGGETTIIl nuovo caso giudiziario che ha travolto il Pd riguarda l’arresto per turbativa d’asta del sindaco di Lodi, Simone Uggetti. Matteo Renzi è intervenuto sostenendo che non c’è alcuna questione morale all’interno del Pd: ”La questione morale c’è dappertutto, c’è qualcuno che ruba, non va bene ma smettiamola di sparare sugli altri. Non c’è destra contro sinistra ma onesti contro ladri”, anche se dal Movimento 5 Stelle replicano che se la riforma Boschi fosse in vigore il sindaco Uggetti avrebbe potuto essere senatore.

LE ACCUSE DI CORRUZIONE Il giudice Piercamillo Davigo, consigliere presso la Cassazione e nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati, già nel pool di Mani Pulite, ha accusato tutti i partiti di complicità con i corrotti prendendo di mira anche il governo pur non facendo alcun nome.

LE INDAGINI SU STEFANO GRAZIANO
Nelle scorse settimane il verdiniano D’Anna era intervenuto per denunciare ”la gogna mediatica” che ha colpito il consigliere regionale del Pd Stefano Graziano, accusato di concorso esterno in associazione camorristica. Secondo D’Anna all’intero della magistratura ci sarebbe un complotto contro Renzi ”la protesta si salda tra coloro che non hanno potuto avere niente dallo Stato, a causa del deficit, con quelli che hanno avuto troppo negli anni delle vacche grasse e cioè della spesa a debito crescente. Questo miscuglio produce lo scandalismo e la voglia di manette. E in Italia abbiamo una magistratura che è incline ad esaltarsi in questo ruolo moralizzatore, cioè elevare la giurisdizione a strumento di moralizzazione dei costumi”. ”Gli arresti – continua il senatore di Ala – sono cominciati e sono quasi tutti esponenti del Pd, come ai tempi di Berlusconi erano esponenti di Forza Italia. Credo che ci sia una parte della magistratura che vuole giocare un ruolo politico”.

IL REFERENDUM SULLE TRIVELLEA poche ore dall’apertura dei seggi per il referendum sulle trivelle, Matteo Renzi ed altri esponenti di primo piano nel PD si sono espressi invitando ad andare in gita e ad astenersi dal voto, mentre il presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, ha duramente bacchettato i predicatori dell’astensionismo. “Si deve votare al referendum. Certamente nel modo in cui il cittadino crede opportuno votare, ma credo che si debba partecipare al voto. Questo significa essere pienamente cittadini. Fa parte della carta d’identità del buon cittadino“, ha dichiarato il presidente della Consulta.

LA BOCCIATURA DEL CANONEIl Consiglio di Stato ha bocciato il decreto relativo al Canone Rai nella bolletta della luce, dando un parere negativo a causa delle lacune e della poca chiarezza, anche se non essendo una valutazione vincolante non si è potuto arrivare a fermarlo o correggerlo.

IL CASO TEMPA ROSSA Il premier ha attaccato i pm lucani sostenendo che fanno indagini ”con la stessa scadenza delle Olimpiadi: hanno saltato solo il 2012, non so perché”. Anche se poi, nella replica, ha negato di aver lanciato una frecciata alla magistratura. ”Per quanto riguarda Tempa Rossa: si tratta di un’attività di sblocco di un’opera privata individuata nel 1989, quando c’era ancora muro Berlino. Lo scandalo non è che si sia deciso di farla, ma che per 27 anni si siano buttate via le occasioni per realizzarla. Qualcuno ci ha mangiato? Chiedo alla magistratura di indagare il più velocemente e arrivare a sentenza. Un Paese civile arriva a sentenza”, ha dichiarato il segretario Pd, al quale ha replicato il presidente della sezione della Basilicata dell’Anm, Salvatore Colella, secondo il quale: ”Le dichiarazioni di Renzi sono inopportune nei tempi ed inconsistenti nei fatti perché arrivano in un momento molto delicato dell’inchiesta, con un intervento ‘a gamba tesa’ e le sue insinuazioni sono quantomeno viziate da un interesse di parte, inconsistenti perché smentite, solo poche ore dopo, da un pesante verdetto di condanna contro i vertici della Total nel processo ‘Totalgate’. In uun governo civile il governo rispetta l’opera dei magistrati”.

LO SCANDALO BANCA ETRURIADurante gli ultimi mesi del 2015 anche il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi è intervenuta per prendere le difese del padre Pier Luigi Boschi, che per ben otto mesi ha ricoperto il ruolo di vicepresidente della Banca Etruria, una delle Banche interessate dal salvataggio tramite decreto da parte dello Stato italiano, nonostante tali istituti di credito siano stati accusati di aver venduto prodotti inappropriati a persone che forse non sapevano cosa compravano. Qui avevamo ripercorso i punti salienti della questione.

I SOSPETTI SUL PADRE DI RENZI
In riferimento allo scandalo del fallimento della Banca Etruria anche la famiglia di Matteo Renzi è stata coinvolta, tramite il padre Tiziano Renzi, accusato di essere socio in affari con Lorenzo Rosi, ultimo presidente di Banca Etruria prima del commissariamento. L’accusa è stata respinta da Tiziano Renzi che ha sostenuto di non aver alcun rapporto commerciale con Rosi.

LEGGI ANCHE STORIE DI RISPARMIATORI TRUFFATI DALLE BANCHE

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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