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G7 Taormina, Merkel contro Trump: ‘Non ci fidiamo più, l’Europa ha il suo destino nelle sue mani’

Il G7 di Taormina segna la spaccatura dell’Occidente e la fine di un rapporto di fiducia che, per decenni, ha legato Europa e USA. Che il summit non sia andato come sperato lo sottolineano le parole di Angela Merkel, arrivate domenica nel corso di un incontro elettorale del partito cristiano sociale bavarese (Csu) a Monaco di Baviera, al termine della due giorni siciliana. “I tempi in cui potevamo fare pienamente affidamento sugli altri sono passati da un bel pezzo, questo ho capito negli ultimi giorni“, ha spiegato la cancelliera. “Noi europei dobbiamo davvero prendere il nostro destino nelle nostre mani“. Parole durissime che arrivano a ridosso dello scoop dell’agenzia Axios secondo cui Donald Trump sarebbe pronto a uscire dagli accordi sul clima di Parigi.

La rivelazione del sito americano, che cita tra gli altri il numero uno dell’EPA (l’ente ambientale USA) Scott Pruitt, è indicativa del fallimento del G7 di Taormina su alcuni temi fondamentali, a partire dal clima. Il primo commento ufficiale di Trump sugli accordi di Parigi è arrivato con un tweet in cui chiarisce che avrebbe deciso entro la prossima settimana.

Secondo Axios, che cita anche il direttore della comunicazione di Trump, Hope Hicks, il senso è uno solo: la decisione riguarda se uscire dagli accordi sul clima e arriverà a breve.

Il G7 di Taormina, il summit ospitato dall’Italia nella splendida cornice di Taormina, tra la scenografia del Teatro e lo spettacolo delle Frecce Tricolori, ha accolto i leader dei sette paesi sviluppati. Nonostante le proteste e gli scontri registrati tra i cortei No G7 e la Polizia, la manifestazione si è svolta senza troppi intoppi.

Scontri tra manifestanti e polizia a Taormina

Non c’è dubbio che è il più difficile dei G7“, aveva detto Donald Tusk al suo arrivo a Taormina e lo stesso Gentiloni, in un video messaggio inaugurale aveva sottolineato le difficoltà: così è stato. Trovato un primo accordo sui migranti (anche se non soddisfacente) e strappato una concessione quasi storica a Trump sul commercio e la lotta al protezionismo, sul clima lo strappo è stato netto.

Il commento di Merkel è ancora più chiaro: la cancelliera ha parlato di una “discussione non soddisfacente” e ha lanciato un avvertimento per cui l’UE non farà concessioni. Stessi toni, anche se più aperti alla mediazione, sono stati usati da Gentiloni. “Non arretriamo di un centimetro ma speriamo decidano presto e bene. Gli abbiamo dato tutti gli elementi, anche quelli di business come la green economy, per prendere la decisione giusta“, dice il premier che, tra gli aspetti positivi del G7 di Taormina indica la “discussione aperta e vera, non come nei soliti G7 precotti“.

G7 Taormina, l’accordo sui migranti

Un primo accordo al G7 è stato raggiunto sul tema dei migranti che mira alla difesa dei loro diritti ma anche ai confini nazionali in una visione che premia più la politica del “muslim ban” di Trump che l’accoglienza controllata dei migranti.

Il tema dell’immigrazione viene così visto secondo due aspetti: i diritti dei migranti e la difesa dei confini nazionali. “Pur sostenendo i diritti umani dei migranti e rifugiati, riaffermiamo i diritti sovrani degli Stati di controllare i loro confini e fissare chiari limiti ai livelli netti di immigrazione, come elementi chiave della loro sicurezza nazionale e del loro benessere economico“, cita il documento.

Un passaggio importante è stata la giornata di sabato con gli incontri con le delegazioni dei paesi africani invitati a Taormina. La presenza di nazioni del Continente Nero e di altre istituzioni internazionali è stata voluto dall’Italia che aveva messo al centro del G7 di Taormina il tema dei migranti, visto che il nostro paese è in prima fila (quasi da solo) a gestire i flussi di migranti, usati come arma politica più che gestiti secondo princìpi degni di questo nome.

Tra i paesi invitati alla sessione “outreach” (cioè dei paesi invitati) Etiopia, Kenya, Nigeria, Niger e Tunisia, oltre le organizzazioni, internazionali e non, come Unione africana, la Banca africana per lo Sviluppo, l’Organizzazione per la Cooperazione economica e lo Sviluppo, le Nazioni Unite, le Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale.

L’accordo finale non è del tutto soddisfacente per l’Italia e la Germania, a fianco del nostro paese in questa battaglia, che sono riuscite a strappare la condivisione su lungo periodo dei paesi coinvolti, compresi quelli d’origine, ma poco altro. Unica nota positiva, sottolinea Gentiloni, è l’apertura al dialogo per “spingere gli investimenti nel continente” e lanciare “il messaggio importante al G20 che si concentrerà più sull’attrazione degli investimenti. Quello che conta è che l’Africa sia ancora al centro delle nostre agende“.

Quello di Taormina, città siciliana di arte e storia, è stato dunque un G7 in salita in particolare su alcuni temi come il clima, il commercio e la gestione dei rapporti con Mosca. Oltre a Trump il summit è stato l’esordio internazionale per Emmanuel Macron, neo presidente francese con cui l’inquilino della Casa Bianca ha già avuto un primo faccia a faccia in occasione del vertice Nato a Bruxelles.

Figure fondamentali, come a ogni summit internazionale sono stati i cosiddetti “sherpa“, cioè i rappresentanti personali per il G7 dei Capi di Stato o di Governo per le questioni che formano l’agenda dei lavori del vertice. Saranno loro, come accade fin dai tempi del G8 (prima cioè dell’esclusione della Russia per la vicenda Ucraina) i veri mediatori al tavolo: lo sherpa per l’Italia al G7 2017 di Taormina è l’ambasciatore Raffaele Trombetta.

G7 Taormina, il documento finale: Trump contro tutti

Il G7 di Taorminaè stata la prima sfida di Trump al mondo che è riuscito a incidere su molti temi nel documento finale.

La presidenza italiana aveva posto al centro del vertice il tema dell’immigrazione e la lotta ai trafficanti di esseri umani all’interno del complesso scenario globale, con il Medio Oriente ma sopratutto l’Africa al centro, con un focus in particolare sul Nord Africa e la complessa situazione in Libia e le carestie che stanno mettendo in ginocchio interi paesi come la Somalia.

L’attentato di Manchester ha rimescolato le carte: non che la lotta al terrorismo non fosse in programma al G7 di Taormina, ma non avrebbe dovuto essere il tema centrale, come invece chiedeva Trump.

La bomba alla Manchester Arena ha stravolto il programma e il tema del terrorismo e della sicurezza è stato in primo piano, ma è stato anche uno dei pochi temi su cui si è trovato un accordo.

Tra i temi su cui ci sono stati più scontri c’è il clima: il presidente USA ha dichiarato di voler rivedere gli accordi di Parigi e negli States ha già dato prova di volere far ripartire la produzione di carbone e di puntare molto meno sulle fonti rinnovabili come il suo predecessore.

Altro tema cruciale del G7 di Taormina il commercio, ed è qui che si è giocata la vera partita tra Trump e gli altri paesi. L’inquilino della Casa Bianca è l’artefice di un ritorno al protezionismo che spaventa l’Europa e il mondo intero, con la chiusura delle frontiere e nuovi dazi in un mondo della globalizzazione dove il libero commercio è la base del sistema economico. La soluzione è stata una via di mezzo su cui il peso degli USA si è sentito molto: se l’impegno comune è quello di “contrastare il protezionismo”, c’è però anche la richiesta di vietare “tutte le pratiche scorrette del commercio”, tema centrale dell’agenda economica di Trump.

A questo si sono aggiunti argomenti caldissimi come il rapporto con la Russia di Vladimir Putin. Tusk, appena sbarcato in Sicilia, ha auspicato la “massima unità sul tema Ucraina e sanzioni a Mosca“, ma Trump ha dimostrato di voler cambiare marcia nei confronti di Mosca.

Per il presidente USA c’era poi la questione Russiagate che pende come una spada di Damocle sulla sua permanenza alla Casa Bianca. In questo caso è stata l’Italia il mediatore per eccellenza. Il viaggio di Gentiloni a Mosca ha aperto una via alle nuove trattative e il documento finale del G7 di Taormina riporta un’unità di intenti, USA compresi, nel confermare le sanzioni.

Infine, il documento chiede il coinvolgimento della Russia e dell’Iran perché possano “fare di tutto per usare la loro influenza in modo da porre termine alla tragedia” della guerra in Siria, con la promessa di “liberare dall’Isis i territori conquistati, in particolare Mosul e Raqqa“. A questo si aggiunge l’ipotesi di nuove sanzioni alla Corea del Nord.

G7 Taormina: i paesi che partecipano

Il G7 è un incontro di dialogo ad alto livello tra i rappresentanti delle sette economie più avanzate. I paesi che partecipano sono: Canada col premier Justin Trudeau; Francia col neo presidente Emmanuel Macron; Germania con la cancelliera Angela Merkel; Giappone col premier Shinzo Abe; Italia col premier Paolo Gentiloni; Regno Unito con la premier Theresa May; Stati Uniti col presidente Donald Trump. A loro si aggiunge l’Unione Europea rappresentata dal presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk. Oltre a Trump e Macron, anche lo stesso Gentiloni con May sono al loro primo G7.

La struttura del G7 è basata sull’informalità, cioè sulla possibilità di poter discutere dei temi in agenda con rapidità e tempi più veloci rispetto a quelli delle discussioni formali. Il G7 non ha un quartiere generale o un Segretariato, non c’è un budget o staff permanente: tutto viene organizzato dal Paese membro che ha la presidenza per quell’anno, decisa con un sistema di rotazione annuale. È il paese che ha la presidenza a dettare i temi dell’agenda.

Il G7 2017 è a presidenza italiana ed è il premier Paolo Gentiloni il presidente incaricato ad accogliere gli altri membri: è dunque l’Italia ad aver scelto i temi di cui discuteranno i leader nei 2 giorni siciliani.

Lorena Cacace

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