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Categories: Economia

Fusione Luxottica-Essilor, nasce il colosso degli occhiali italo-francese

Come già anticipato dal Financial Times, è stata ufficializzata la fusione tra Luxottica ed Essilor, un’operazione da 50 miliardi di dollari che porterà alla nascita del primo colosso mondiale del settore degli occhiali, con 140mila dipendenti e vendite in oltre 150 Paesi. L’annuncio è arrivato da parte delle due società con grande soddisfazione espressa da entrambe. “Con questa operazione si concretizza il mio sogno di dare vita ad un campione nel settore dell’ottica totalmente integrato ed eccellente in ogni sua parte”, ha commentato il patron dell’azienda di Agordo, Leonardo del Vecchio, che lavorava all’operazione da 4 anni. “Finalmente, dopo cinquanta anni di attesa, due parti naturalmente complementari, montature e lenti, verranno progettate, realizzate e distribuite sotto lo stesso tetto”, ha aggiunto, assicurando investimenti in Italia e in Francia. “Vogliamo essere un campione europeo che mantenga forte le sue radici”, ha concluso.

La fusione, si legge nella nota, servirà a creare un “player integrato dedicato alla cura della vista e un’esperienza di livello superiore per il consumatore. Insieme, Essilor e Luxottica saranno in una posizione migliore per offrire una risposta ai bisogni relativi alla vista di 7,2 miliardi di persone, 2,5 miliardi delle quali non hanno ancora accesso a una correzione visiva”.

Come chiarito dallo stesso Del Vecchio, la fusione Luxottica-Essilor vedrà l’unione di due aziende leader nel settore dell’occhialeria perfettamente integrate (Luxottica per le montature, Essilor per le lenti). I numeri parlano di un mercato in espansione con Asia, Africa e America del Sud a trainare il settore e con una crescita del 2% a livello globale data in aumento. Solo sommando i risultati annuali delle due compagnie, il nuovo colosso avrebbe ricavi netti per oltre 15 miliardi di euro, un margine operativo lordo (Ebitda) netto combinato di circa 3,5 miliardi di euro, 46 miliardi di euro di valore, 14 miliardi di fatturato, 140mila dipendenti e vendite in oltre 150 Paesi.

La fusione, la seconda cross border (cioè transnazionale) in Europa dopo quella di Unicredit-Hvb nel 2005, arriva dopo anni di studio da parte delle due società, portata avanti per Luxottica da Mediobanca, lo studio legale BonelliErede e Bredin Prat per Delfin, e da Citigroup, Rothschild e lo studio legale Cleary Gottlieb Steen & Hamilton per Essilor. Tecnicamente si tratta di un’offerta pubblica di scambio (Ops) obbligatoria di Essilor con il rapporto di 0,461 azioni per ogni azione Luxottica (stesso rapporto per le azioni Luxottica in capo a Delfin).

Presidente esecutivo sarà Leonardo Del Vecchio che passerà dall’avere il 61,90% della società italiana a una quota compresa tra il 31 e il 38% del nuovo colosso, ponendosi di fatto come leader mondiale del settore occhialeria. Essilor, che è una public company, vedrà ridotta la quota in capo ai dipendenti azionisti dall’8,3% al 4%, con l’a.d. Hubert Sagnieres vice presidente esecutivo. Il closing è previsto per il secondo semestre del 2017: la società sarà quotata a New York, mentre la holding, che controllerà le due società operative, resterà a Parigi.

Il mercato dell’occhialeria è uno dei settori più in crescita degli ultimi anni. Lo dicono i dati e soprattutto l’apertura di nuovi mercati in Asia, Africa e America Latina, dove aumenta la popolazione con problemi di vista e la conseguente necessità di strumenti correttivi. Gli analisti indicano in 100 miliardi di dollari il valore odierno del settore, con una previsione di crescita di oltre il 2% annuo. Strumenti tecnologici e nuovi ritmi hanno portato il 63% dei 7,3 miliardi di persone al mondo ad avere bisogno di lenti correttive, ma solo 1,9 miliardi di persone ha risolto il suo problema acquistando occhiali, lenti o facendo un’operazione correttiva. Le stime indicano che ci sono almeno 2,6 miliardi di persone in Asia, America Latina e Africa che hanno bisogno di occhiali da vista.

Lorena Cacace

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