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Fashion Revolution Day, per un’industria della moda più etica

Il 24 aprile 2015 torna il Fashion Revolution Day, la campagna internazionale per un’industria della moda più etica e giusta, che in Italia è coordinata dalla stilista Marina Spadafora con il sostegno di Altromercato. L’occasione è il ricordo della terribile strage di Rana Plaza a Dacca, in Bangladesh, dove morirono due anni fa 1133 operai tessili per il crollo dell’edificio. La campagna prevede una forte adesione attraverso i social network: per aderire al Fashion Revolution Day basterà scattare una foto con l’etichetta dei vestiti bene in vista e condividerla sul web attraverso l’hashtag #WhoMadeMyClothes.

Alla campagna hanno aderito personalità importanti come il regista Bernardo Bertolucci, il musicista Saturnino, l’attrice Domiziana Giordano, il creativo Elio Fiorucci, solo per citare alcuni nomi. ‘Chi ha fatto i miei vestiti?’ è la domanda alla base del Fashion Revolution Day, e sarà l’occasione, oltre che per ricordare le vittime di Rana Plaza, per promuovere una maggiore consapevolezza di tutto quello che c’è dietro ai vestiti che indossiamo, delle condizioni in cui lavorano gli operai del tessile in alcune delle zone più povere del mondo, con salari da fame. Lo scopo della campagna è altresì dimostrare che un nuovo modello economico ed un consumo responsabile è possibile, mediante la valorizzazione di realtà alternative a quella prevalente oggi, che creano un futuro più sostenibile e che realizzano capi di abbigliamento praticando una filiera etica come avviene nel Commercio Equo e Solidale.

Marina Spadafora, direttrice creativa di Auteurs du Monde, la linea di moda etica di Altromercato, e coordinatrice del Fashion Revolution Day in Italia, commenta l’importanza dell’iniziativa, nata in Gran Bretagna da un’idea di Carry Somers e Orsola De Castro: ‘Fashion Revolution Day vuole essere il primo passo per la presa di coscienza di ciò che significa acquistare un capo d’abbigliamento, verso un futuro più etico e sostenibile per l’industria della moda, nel rispetto delle persone e dell’ambiente. Scegliere cosa acquistiamo può creare il mondo che vogliamo: ognuno di noi ha il potere di cambiare le cose per il meglio e ogni momento è buono per iniziare a farlo’. Già da tempo il mondo della moda si interroga sulle questioni etiche del proprio mestiere, come ad esempio la volontà di non utilizzare più tessuti di origine animale. Il Fashion Revolution Day prosegue nella medesima direzione di una maggiore consapevolezza e responsabilità che coinvolge tanto i produttori quanto soprattutto gli acquirenti.

Giulio Ragni

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