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Enrico Mentana: ‘Nella Rai di oggi non torno, non avrebbe senso. La riforma è un pannicello’

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Così com’è ora a Enrico Mentana la Rai non piace. Ritornare a lavorare per il Servizio pubblico, però, a quanto pare non gli dispiacerebbe, ma le attuali condizioni, ha detto in un’intervista, non sarebbero gradite. Intervistato sul blog di Beppe Grillo, il direttore del TgLa7 ha detto: ‘Confesso che avrebbe un senso vedermici tornare’, però, ha precisato, ‘non ha senso nella Rai di oggi in assoluto perché non si è mai visto un direttore di giornale o cosa potrei altro fare che non va a votare, non è l’ideale esaltazione dei ruoli dei partiti’.

Da queste dichiarazioni probabilmente crollano alcune certezze. In fondo Enrico Mentana sembra trovarsi ancora bene a La 7: conduce il TgLa7 edizione serale (più eventuali ‘maratone’ sull’attualità politica ed economica) e il venerdì sera va in onda con il suo Bersaglio Mobile subito dopo Crozza. Il fascino della Rai, però, è sempre lì, pronto a mietere nuovi progetti. La Rai di oggi – probabilmente più quella di queste ore – non piace però a Mitraglietta:

La riforma della Rai? E’ una riforma del meccanismo di elezione del Consiglio di Amministrazione della Rai e del vertice operativo, non è una riforma, è un pannicello che viene messo perché sta per scadere l’attuale Consiglio di Amministrazione. Bisogna dare un senso di novità al nuovo board di direzione della Rai, ma così non si riforma’; quindi ha proposto una sua visione risolutiva: ‘Una riforma della Rai – ha concluso – può essere soltanto il prodotto di una discussione aperta in Parlamento, nelle aule della Camera e del Senato su cosa deve essere il servizio pubblico’.

In molti ricorderanno che gli esordi di Enrico Mentana, negli anni ’80, sono stati proprio in casa Rai. L’attuale direttore del TgLa7, infatti, ha lavorato prima come inviato e conduttore del Tg1, mentre dal Servizio pubblico è stato licenziato nel 1991, poco prima di contribuire alla fondazione della prima redazione del Tg5, per l’allora Fininvest oggi Mediaset.

Raffaele Di Santo

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